Noi giovani delle ultime generazioni, a partire dall’arrivo di internet e dei social media, siamo stati fin da subito catapultati e immersi nel mondo immenso che gli smartphone ci offrono. Come tutti sappiamo, le tecnologie sviluppate negli ultimi vent’anni hanno avuto sia aspetti negativi sia positivi, ma ciò di cui ci si preoccupa maggiormente ad oggi è l’influenza che hanno sulla salute mentale dei giovani, considerati la categoria più vulnerabile ed esposta ai rischi.
L’aspetto più pericoloso è la presenza di innumerevoli filtri e applicazioni per modificare il proprio corpo e viso, che generano, statisticamente di più nelle ragazze che nei ragazzi, moltissime insicurezze. Sui social ci appare continuamente il lato perfetto delle persone e di conseguenza ci immaginiamo che sia anche quello vero, ma quando poi alziamo gli occhi del telefono ci rendiamo conto che quasi nessuno senza filtri è così come si mostra attraverso uno schermo. In questo modo è però anche nata la paura data dal fenomeno del “catfishing”, parola inglese che indicava inizialmente solo qualcuno che creandosi un profilo falso si finge un altro, ma che adesso tra i ragazzi rappresenta anche il termine per descrivere chi sui social appare perfetto, mentre nella realtà è tutt’altro. In molti perciò hanno timore di sembrare diversi e migliori sui social e deludere le aspettative di chi li conosce solo attraverso Instagram o altre piattaforme simili.
Tutte queste preoccupazioni hanno generato un malessere generale nei ragazzi di oggi che spesso ha anche portato a disturbi alimentari e mentali, anche se credo che l’incremento di queste problematiche negli ultimi anni non sia solo dovuto agli smartphone ma anche a una maggiore consapevolezza e attenzione alle malattie mentali che vengono riconosciute e trattate più accuratamente rispetto a come accadeva nei confronti delle generazioni precedenti.
Il modo migliore per risolvere la situazione sarebbe far capire a tutti, non solo ai giovani che purtroppo non sono gli unici che soffrono per queste ragioni, che ciò che si vede in internet quasi mai corrisponde a quello che possiamo vedere nella realtà e che per questo motivo non dovremmo paragonarci a qualcuno che probabilmente è solo pieno di filtri e ritocchi.