Negli anni ’90, Internet era notevolmente diverso dall’Internet moderno. Era un mondo nuovo e affascinante, ma anche complesso e difficile da navigare. Le informazioni non erano così accessibili come lo sono oggi. La ricerca richiedeva più tempo e sforzo da parte dell’utente, e spesso ci si imbatteva in una serie di siti web lenti e difficili da navigare. Ciò creava frustrazione e nervosismo, che andavano compensate con la pazienza e la bravura, ma allo stesso tempo questa ricerca laboriosa differenziava l’utente occasionale dall’utente esperto nella navigazione di Internet.
Con il passare degli anni, Internet ha subito una trasformazione radicale. Grazie all’evoluzione dei motori di ricerca, quali Google o Safari, è diventato incredibilmente più facile trovare qualsiasi tipo di informazione con pochi clic. Questo ha reso Internet un luogo ricco di risorse e praticamente illimitato nelle sue possibilità.
In seguito, l’introduzione dei chatbot e delle intelligenze artificiali generative, come ChatGpt o Gemini, ha ulteriormente semplificato la ricerca in Internet. Queste IA sono in grado di rispondere istantaneamente alle domande degli utenti e di fornire informazioni dettagliate su una gamma pressoché illimitata di argomenti. Ciò ha reso la ricerca di informazioni un’esperienza molto più fluida e semplice, eliminando la frustrazione associata alla navigazione su siti web complicati. Banalmente, è come se queste intelligenze artificiali avessero assunto il ruolo dei motori di ricerca, e questi ultimi fossero diventati dei semplici tramite per arrivare ai siti web dei corrispettivi chatbot, che l’utente utilizzerà come se fossero appunto dei motori di ricerca.
Tuttavia, con l’aumento dell’accessibilità e della facilità d’uso di Internet, emergono anche nuovi rischi e opportunità. Mentre i chatbot semplificano il processo di ricerca e forniscono risposte immediate, c’è il rischio che gli utenti diventino dipendenti da queste soluzioni e perdano la capacità di essere pazienti e abili nella ricerca delle informazioni.
Inoltre, c’è il rischio che l’abitudine di affidarsi ai chatbot limiti lo sviluppo delle abilità di ricerca critica e di analisi, poiché gli utenti potrebbero essere inclini a prendere le risposte fornite dalle IA come verità assolute, senza esaminare in modo critico le fonti da cui queste sono prese o valutare la loro attendibilità.
Dunque, Internet sta diventando certamente più semplice da usare grazie ai progressi tecnologici come i chatbot, ma è importante mantenere un equilibrio tra facilità d’uso e sviluppo delle competenze degli utenti. È essenziale promuovere la capacità di ricerca critica e l’abilità di valutare le informazioni in modo autonomo, per garantire che Internet rimanga un luogo ricco di opportunità per l’apprendimento e la scoperta.