L’Olocene è una divisione del tempo geologico che rappresenta l’epoca più recente nella storia della Terra, iniziato circa 11.700 anni fa, dopo la fine dell’ultima era glaciale. Durante l’Olocene, l’umanità ha visto lo sviluppo dell’agricoltura, la crescita delle civiltà, l’industrializzazione e l’impatto dell’uomo sul clima globale. L’Olocene è ancora in corso. L’Antropocene, invece, è il modo di definire l’impatto dell’uomo sul clima e sugli ecosistemi mondiali. Di fronte ai recenti cambiamenti su scala mondiale – primo fra tutti il riscaldamento globale – dovuti proprio all’attività umana, alcuni tra i più importanti gruppi di studiosi al mondo hanno suggerito di iniziare a parlare di Antropocene in relazione all’epoca geologica in cui tutti noi viviamo. Il progresso umano ha però avuto un impatto enorme sull’ambiente, soprattutto a causa dell’impiego di combustibili fossili, che ha portato a immettere nell’atmosfera quantità insostenibili di anidride carbonica e altri gas serra. Il riscaldamento globale è il frutto di tutto questo e porta con sé profonde modifiche alla maggior parte degli ecosistemi.

Ovviamente, in seguito alle dichiarazioni degli scienziati ci sono state numerose riflessioni sul tema. Tra le prime, c’è il dibattito su come classificare il periodo di cambiamento attuale: dovremmo considerarlo una nuova epoca geologica, dopo l’Olocene, o piuttosto un evento transitorio all’interno dell’Olocene stesso? Viene riconosciuta l’importanza e l’impatto del cambiamento causato dall’uomo, ma alcuni sostengono che si possa affrontare senza dover necessariamente creare una nuova epoca geologica. Secondo la maggioranza degli scienziati della Commissione Internazionale di Stratigrafia, il cambiamento in corso, per quanto significativo, può essere visto come un evento nell’ambito dell’Olocene, simile ad altri eventi rilevanti nella storia del nostro pianeta. Lo ha sancito la votazione della Commissione che ha studiato il fenomeno, ma alcuni membri di tale gruppo vogliono annullare la votazione a causa di disaccordi interni sul rispetto delle regole dell’ICS, anche durante il processo di voto.

La notizia del voto e della successiva controversia ha generato preoccupazione soprattutto tra gli studiosi che si occupano attualmente della ricerca sull’Antropocene. Questo malinteso deriva dal fatto che il termine è stato ampiamente utilizzato sia dagli scienziati che dalle persone al di fuori della comunità scientifica per indicare un periodo della storia della Terra in cui l’attività umana ha avuto gravi impatti sull’ambiente. L’uso del concetto di Antropocene è diffuso tra ricercatori di varie discipline scientifiche, autori, registi, ed è stato anche adottato da Nature Portfolio, ma non può essere ancora accettato a livello geologico.

Nella geologia, infatti, il riconoscimento di una nuova epoca richiede prove concrete nei resti fossili o nei sedimenti. Alcune possibili prove dell’Antropocene includono microplastiche, particolato da combustibili fossili, residui di pesticidi e isotopi radioattivi. Molti gruppi di ricercatori stanno analizzando i segni di questo cambiamento nei sedimenti del lago Crawford, in Canada, dove è stata rilevata la presenza di plutonio dai test delle bombe nucleari.

A mio parere però bisogna riconoscere che l’Antropocene è una realtà, anche se non è stata ancora formalmente accettata come nuova epoca geologica; è quindi essenziale che i geologi risolvano le loro discussioni per garantire una definizione universale dell’Antropocene.

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