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Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), negli ultimi anni, il livello di felicità in Italia varia significativamente tra le diverse fasce d’età per molteplici motivi: un’analisi dettagliata di tali dati rivela interessanti tendenze sociologiche e culturali.

Innanzitutto, si è riscontrata una netta divisione fra la fascia di popolazione che comprende le persone più anziane, le quali sembrano avere un tasso di felicità minore rispetto a quello rilevato nella fascia dei giovani adulti: ma perché è presente questo divario?  Sicuramente uno dei motivi principali potrebbe essere attribuito al continuo sviluppo e alla continua modernizzazione del mondo esterno, fattori che hanno come conseguenza la marginalizzazione delle fasce più “retrograde”, che comprendono, appunto, quella degli over 75. Sebbene, però, i più anziani non siano completamente felici, la fascia di popolazione fra i 40 e i 60 anni riscontra un trend in crescita rispetto a quello analizzato prima, che sale, in certi casi, fino al 86,9 %; una maggiore stabilità nella vita, sia personale che professionale, oltre a un senso di realizzazione accumulato nel corso degli anni, infatti, hanno permesso a queste fasce di godere di un tempo libero maggiormente controllato ed organizzato, e di maggiori opportunità di socializzazione, nate anche dal fatto che gli over 60, in Italia, rappresentano circa il 30,5% della popolazione, secondo i dati dell’ISTAT. Negli adulti fra i 25 e 35 anni, invece, tutti questi elementi che caratterizzano la vita delle persone più anziane sono lievemente in calo; spesso, infatti, si sente parlare di giovani che cercano lavoro senza, però, riuscire ad ottenere un risultato soddisfacente per il proprio io, a tal punto che si sceglie la via della “migrazione” verso Paesi vicini, come la Germania o la Spagna, dove queste attività sono sicuramente più facili da trovare e appaganti dal punto di vista lavorativo. Il tempo libero che, però, caratterizza questa fascia di popolazione, fa sì che la percentuale di cittadini soddisfatti sia di circa al 45 %.

Parlando, invece, di scuola e di rapporti fra giovanissimi, ovvero la fascia di popolazione fra i 14 e i 19 anni, sempre soffermandoci sui dati provenienti dalle varie università e i vari licei del nostro Paese, l’andamento è esattamente opposto; infatti, secondo il sondaggio della società olandese “The Class Foundation”, lo stato di felicità degli studenti italiani è superiore rispetto alla media europea, a causa dell’ottimo rapporto fra benessere mentale e inclusione nella società. Tuttavia, tra i più giovani è molto alto il rischio di non-inclusione all’interno della società, nato da fattori come un’emarginazione volontaria e non da ambienti scolastici e pubblici, che, invece, garantiscono l’integrazione nella società.

In conclusione, per nostra fortuna, il Paese in cui viviamo presenta numerosi dati positivi riguardo la soddisfazione dei suoi cittadini; ciò nonostante, sebbene questi dati siano molto incoraggianti, nel mondo l’Italia si piazza al quarantunesimo posto tra i Paesi più felici, a causa del sempre più grande fenomeno di “fuga di cervelli”, che esporta quella che potrebbe essere una felicità assoluta sotto tutti gli ambiti, da quello lavorativo a quello scolastico, in Paesi esterni al nostro.

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