L’Italia, con le sue ricche tradizioni, i paesaggi mozzafiato e una cucina tra le più rinomate al mondo, è spesso considerata un luogo di grande bellezza e gioia. Ma cosa significa essere felici in Italia oggi?
Nella classifica del World Happiness report, indagine commissionata dall’ONU, l’Italia è al cinquantesimo posto su 157 Paesi. Ogni anno viene infatti pubblicata un’inchiesta con il fine di analizzare quanto gli abitanti dei vari Paesi siano soddisfatti della loro vita tramite un sondaggio a campione su un vasto numero di abitanti. Prendendo in considerazione i dati degli ultimi tre anni si può osservare come l’Italia sia una delle nazioni in cui è peggiorato maggiormente lo status della felicità.
L’Italia però è spesso considerata un Paese felice e ci sono molte ragioni che supportano questa argomentazione. Primo fra tutte lo stile di vita mediterraneo, caratterizzato da una dieta sana, tempo trascorso all’aria aperta e un ritmo di vita più lento rispetto ad altre parti del mondo, dunque ingredienti fondamentali per migliorare la qualità della vita. Inoltre il benessere emotivo è favorito dalla bellezza naturale e architettonica, i paesaggi e le città storiche, le tradizioni e la cultura.
Questi aspetti non bastano però per rendere l’Italia un Paese felice e i dati parlano. I principali fattori che contribuiscono a considerare una nazione infelice sono principalmente la condizione occupazionale, il benessere economico e buone condizioni di salute. Secondo il sondaggio dell’Istat le motivazioni legate al benessere soggettivo sono quelle che maggiormente influenzano il risultato. Per questa ragione si è assistito a un crollo decisivo negli ultimi anni, in seguito alla pandemia del COVID -19, che ha avuto un impatto significativo sulla felicità in tutto il mondo, inclusa l’Italia. I livelli di stress, incertezza economica e isolamento sociale hanno influito sul benessere mentale ed emotivo. Lo stesso World Happiness Report ha affermato che i giovani sono coloro che hanno mostrato i livelli inferiori di benessere rispetto ad altri gruppi di età. Se però per i ragazzi la soddisfazione della vita è diminuita, al contrario per i più anziani è aumentata. Molti aspetti della vita sono stati stravolti, un enorme numero di persone ha subito isolamento sociale e si è assistito a una maggiore insicurezza economica. L’ansia e la depressione, e in generale tutte le problematiche riguardanti la salute mentale, sono le cause che hanno maggiormente influenzato la percezione della felicità. Preoccupazione e stress, alimentati da incertezza, paura del contagio, isolamento e da perdita di persone care, sono aumentati dell’8% rispetto al periodo pre pandemia.
In quanto appartenente alla categoria che più ha patito la situazione degli ultimi anni sostengo che sia particolarmente tortuosa la strada per il raggiungimento della felicità. Penso che ci sia una netta differenza tra la nostra società e quella di altri Paesi soprattutto nella fascia adolescenziale. Noi ragazzi siamo spesso soggetti a grandi quantità di stress, sia per quanto riguarda l’ambito scolastico sia per le sfide quotidiane che sono parte della vita degli adolescenti. Nonostante questi problemi possano sembrare piccoli, insignificanti e facilmente superabili, nella fascia giovanile ogni emozione è amplificata. Sembra difficile essere soddisfatti della propria vita e realizzare cosa sia davvero la felicità se nel momento in cui si è spensierati non si percepisce la felicità poiché sopraffatti dalle mille preoccupazioni.
La pandemia inoltre – anche se si tenda oggi a sminuire il peso delle sue conseguenze – è stato un grande ostacolo sia per l’ambito relazionale e di crescita degli adolescenti sia per gli aspetti economici dello Stato, un periodo che ha messo a dura prova la felicità dell’Italia. È essenziale apprezzare tutti gli aspetti della propria vita e tutte le piccole cose che spesso diamo per scontate senza necessariamente lasciarsi trasportare dalla convinzione che negli altri Paesi si sia più felici che in Italia.