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In che mani è il futuro dell’umanità? I dati ci dicono in quelle degli ultracinquantenni.

Come mette in luce uno studio di AARP Global Longevity Outlook (2022), il fenomeno dell’inverno demografico, in Italia rilevante ormai già da diversi anni, è destinato a coinvolgere 90 Paesi entro il 2050. “Tutte le regioni del mondo vedranno un aumento della quota di popolazione anziana tra il 2020 e il 2050 e sperimenteranno l’inversione storica, con gli over-65 che supereranno la popolazione sotto i 15 anni entro il 2075″.

Questa tendenza si tradurrà inevitabilmente in un cambiamento nella richiesta di beni e servizi: banalmente, un uomo anziano ha interessi ed esigenze diversi da quelli di un giovane. 

Sarà necessario ad esempio riorganizzare le case di riposo, che attualmente risultano già in crisi per mancanza di personale a causa della natura del lavoro, spesso estenuante, e sottopagato. Inoltre i costi da sostenere per entrare in queste strutture sono molto elevati e non accessibili a tutti.

In questo ambito potrebbe entrare in gioco l’intelligenza artificiale. 

Il progetto “AMPEL” guidato dall’Università di Milano-Bicocca sfrutterebbe l’IA per classificare gli over-65 in base al rischio di povertà e tutelare chi ha più bisogno. 

Un’altra applicazione promettente è quella dei robot che interagiscono con gli anziani, a livello di intrattenimento e assistenza, che potrebbero compensare, almeno in parte, la scarsità di personale. 

Oltre a questo, come ha sottolineato il giornalista Luca Tremolada de “Il Sole 24 ore”, serve una nuova progettazione delle città, che miri a diminuire gli ostacoli architettonici (scale, posti a sedere, accesso a servizi igienici, ecc.…) per le persone con disabilità.

Il carico fiscale di tutte queste riforme sullo Stato e sui cittadini può sembrare immenso.

Per far fronte a questo problema risulterebbe molto utile incrementare il tasso di occupazione femminile, che in Italia è solo del 55%; infatti se aumentano i lavoratori attivi aumenta anche la stabilità economica dello Stato.

La sopravvivenza delle singole aziende dipenderà dalla capacità o meno di adattarsi verso uno sviluppo di prodotti e servizi destinati ai clienti più anziani. I settori che potrebbero risultare più coinvolti sarebbero ad esempio i trasporti, l’alimentazione, le assicurazioni, la tecnologia, lo sport e i viaggi. 

È importante tenere conto del fatto che chi più risentirà del calo demografico saranno i giovani. I problemi legati ad esso già oggi sono molti, a partire dalla mancanza di lavoro, fino ad arrivare alle tasse per pagare le pensioni degli anziani, alla scarsissima rappresentanza in politica. 

È per questo che, sempre tutelando i più deboli, anche loro succubi della situazione, dobbiamo lottare per invertire la tendenza demografica. 

Tirando le fila, che lo si voglia o meno, la vita cambierà radicalmente nei prossimi anni. Il meglio che possiamo fare è adattarci, ma affrontando le problematiche sempre a viso aperto, senza aspettare inerti che le conseguenze ci si rivoltino contro.

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