IMG 4130

Il pianeta Marte ha esercitato un fascino innegabile sulle persone per molti secoli, ma la corsa al Pianeta rosso incominciò concretamente nel 1960, anno in cui l’Unione Sovietica diede avvio al programma Mars, che ebbe però un esito negativo. Nel 1964 ci fu il primo fly-by di successo effettuato dalla sonda Mariner 4 della NASA, che mostrò le sue superfici aride e craterizzate, senza vegetazione e senza forme di vita microscopiche.

Per via delle poche informazioni raccolte, si continuò ad inviare altri lander, orbiter e veicoli robotici anche negli anni ’70 e il programma ambizioso Viking, promosso dall’URSS e dagli Stati Uniti nel ’76, fece ottenere immagini e dati scientifici per sei anni, che però non diedero alla luce alcuna traccia di vita. Perciò, negli anni a venire, le missioni si sono moltiplicate e in una di esse, nel 26 febbraio 2025, venne scoperta la presenza di depositi compatibili con un litorale di tre miliardi e mezzo di anni fa che delimitava un antico oceano marziano che, secondo le ipotesi formulate dalle comunità scientifiche, avrebbe ospitato persino delle forme di vita.

Di fronte alle nuove scoperte, alle tecnologie sempre più avanzate e alla sete di conoscenza della comunità scientifica, Elon Musk ha proposto, appoggiato da Trump e dalla NASA, un ambizioso progetto, che mira a portare un milione di persone su Marte per colonizzare il pianeta. Il miliardario americano ha affermato: “Tra due anni lanceremo le prime astronavi destinate a Marte. Le prime saranno senza equipaggio per testare gli atterraggi integri (test tecnologici che preparano un eventuale sbarco umano, di cui si occupa la NASA). Se non ci saranno problemi, tra quattro anni lanceremo astronavi con persone a bordo’’.

Sebbene l’immensa e straordinaria opportunità che il progetto “Corsa al pianeta Marte’’ offrirebbe dal punto di vista scientifico, ci sono numerose opinioni contrastanti. 

Molti ritengono che l’impresa non sia altro che una manifestazione di politica e di potenza, a cui sembra aspirare Musk, come dimostrato dall’appoggio che ha dato a Trump nella corsa presidenziale.

Tuttavia l’accusa di concentrazione del potere non è l’unica mossa contro il patron di “SpaceX”.

Infatti suscitò nelle persone profonda indignazione l’eccessivo costo: i viaggi su Marte pretendono enormi risorse finanziarie. Solo la NASA e “SpaceX” hanno investito miliardi di dollari per sviluppare le tecnologie necessarie, e questi costi non fanno che crescere a dismisura.

Le ingenti somme di denaro impiegate potrebbero essere utilizzate in maniera più efficace per affrontare problemi più urgenti sulla Terra, come la lotta contro la povertà, il supporto alle popolazioni in guerra e le misure per combattere il cambiamento climatico, che continua a minacciare la salute del nostro pianeta.

D’altro canto, chi invece sostiene i viaggi su Marte ritiene che l’esplorazione spaziale sia un investimento cruciale per la comunità scientifica. Esplorare il pianeta da vicino permetterebbe finalmente uno studio più approfondito dell’evoluzione planetaria, del sistema solare, delle analogie e differenze tra i due pianeti e dell’esistenza di forme di vita passate o presenti.

Nonostante ciò però, i progetti spaziali rischierebbero di mettere in secondo piano le necessità immediate della popolazione mondiale e delle Terra, infatti bisogna considerare anche il significativo impatto ambientale che hanno le missioni, non solo per la produzione e per il lancio di razzi, ma anche per l’inquinamento che queste operazioni comportano. La produzione di combustibili per i razzi e i gas rilasciati nell’atmosfera contribuiscono al riscaldamento globale e risulta paradossale l’idea di investire risorse in missioni spaziali in un periodo in cui siamo impegnati a ridurre le emissioni di gas serra.

Inoltre a questa problematica si aggiungono anche le complicazioni che la vita sul “Pianeta rosso” porterebbe, basta considerare l’atmosfera rarefatta, l’aria irrespirabile, la mancanza del campo magnetico e dell’ozono e l’arrivo di raggi ultravioletti micidiali, senza trascurare l‘immensa distanza che separa Marte dalla Terra, circa 450 milioni chilometri e, di conseguenza, la lunga durata del viaggio. 

Le missioni spaziali, anche per questo motivo, sono estremamente complesse e rischiose. La storia ci insegna che molte di esse missioni spaziali sono state accompagnate da fallimenti, a volte anche con conseguenze tragiche. Pertanto l’idea di inviare uomini su Marte potrebbe rivelarsi altamente rischiosa, con esiti incerti e con enormi risorse sprecate in caso di fallimento.

In conclusione, l’esplorazione di Marte offre grandi opportunità scientifiche, ma comporta anche rischi, sfide, ingenti spese finanziarie e un profondo impatto ambientale. Riuscirà la popolazione mondiale  a trovare un equilibrio tra l’ambizione di esplorare lo spazio e le priorità del nostro pianeta?

0 Comments

Leave a reply

Go to top

Log in with your credentials

or    

Forgot your details?

Create Account