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Abbiamo paura dellintelligenza artificiale?” Questa è la domanda che ci viene posta da Luca Tremolada. Personalmente, durante una fase iniziale, ho avuto nei confronti di questa nuova tecnologia un forte timore che si è reso più concreto dopo la diffusione di Chatgpt, soprattutto perché intorno a me ho visto grandi preoccupazioni rispetto allaccettazione di una tecnologia che non era mai stata così simile a noi, specialmente perché la sua modalità di linguaggio e conversazione sono assolutamente una novità rispetto a quello che cera precedentemente. 

Il timore nasceva principalmente da una scarsa conoscenza sullAI dato che non avevo ancora cercato informazioni approfondite riguardo a questa nuova tecnologia e come me sicuramente i dubbi si sono diffusi anche presso altre persone. Dopoché è stata realizzato e concretizzato questo nuovo tipo di tecnologia, la principale preoccupazione nasceva dal fatto che molti si sono chiesti se luomo sia davvero capace di controllare degli strumenti che sembrano essere dotati di una mente più intelligente delle nostre. 

Perciò una volta che si è diffuso una visione così negativa e pessimistica, ne sono nate diverse riflessioni come ad esempio i timori relativi alla possibilità di perdere alcuni settori lavorativi a causa della sostituzione dell’uomo da parte della macchina. Tutte queste paure nascono a mio avviso da una disinformazione riguardo al fenomeno. Infatti, il mio timore verso questi macchinari ha lasciato posto allammirazione una volta che, attraverso degli approfondimenti svolti a scuola e anche personalmente, ho scoperto che lAI in fondo è solo uno strumento di appoggio per luomo e che non potrà, per il momento, sostituirlo totalmente nei vari ambiti in cui lavora; infatti lAI ha bisogno di continue correzioni e inserimenti di algoritmi per poter svolgere correttamente il proprio compito. Anche la sovrapposizione che spesso viene proposta tra lintelligenza artificiale e quella umana  non ha un suo fondamento se teniamo conto di quelle che sono le attuali ricerche delle neuroscienze. Infatti ho partecipato ad una conferenza riguardo le neuroscienze svolta presso la Biennale tecnologia del Politecnico di Torino, dove è stato sottolineato che il cervello non è solo ciò che è contenuto nella nostra cassa cranica, ma è collegato con tutto il corpo dellessere umano in quanto non agisce da solo ma attraverso la collaborazione di ogni singola parte di noi stessi. Se interpretiamo il cervello umano come un sistema complicato legato non solo allencefalo stesso ma embodied, allora il timore che lAI potrebbe sostituire o ricopiare la mente umana cesserebbe perché essa non è dotata di un corpo. 

Una visione più ottimistica non deve indurci ad abbassare lattenzione su una tecnologia che è comunque molto potente, perché bisogna sempre considerare le conseguenze di una possibile mancanza di controllo sui macchinari e formulare eventuali soluzioni nei casi di necessità. Al momento lAI può essere una possibile via per migliorare e rivoluzionare la nostra società, introducendo probabilmente nuove modalità di organizzazione in sostituzione di quelle tradizionali.

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