La 29ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29) si è conclusa senza raggiungere gli obiettivi fondamentali per affrontare la crisi climatica. Nonostante l’accordo sul finanziamento di 300 miliardi di dollari annui dai Paesi ricchi a quelli più poveri, questo compromesso non è sufficiente per contrastare le cause profonde dell’emergenza ambientale.
Uno dei principali problemi è stata la mancanza di impegni concreti per ridurre l’uso dei combustibili fossili, responsabili di gran parte delle emissioni di gas serra. I governi si sono dimostrati più attenti a proteggere interessi economici immediati piuttosto che pianificare azioni coraggiose per il futuro. Le tensioni geopolitiche, come ha sottolineato il Presidente Sergio Mattarella, hanno ulteriormente distolto l’attenzione dalle vere priorità, trasformando il summit in un’arena di conflitti piuttosto che in un’occasione di collaborazione.
La crisi climatica, però, non aspetta. Le catastrofi naturali, come l’alluvione che colpì il Piemonte nel 1994, sono moniti sempre più frequenti di un ecosistema in sofferenza. Mattarella ha ribadito l’importanza di considerare questi eventi come parte di una realtà ricorrente e non come anomalie, richiamando governi e cittadini a una maggiore responsabilità nella gestione del territorio e nella prevenzione dei disastri.
Eppure, oltre alla responsabilità politica, emerge un altro grande ostacolo: il menefreghismo diffuso. L’indifferenza di molti cittadini e la riluttanza delle grandi aziende a cambiare modelli di produzione e consumo rappresentano barriere quasi insormontabili. Cambiare rotta richiede un cambiamento culturale che non può più essere rimandato.
La COP29 avrebbe dovuto segnare un punto di svolta, ma si è rivelata l’ennesima occasione persa. Mentre i governi esitano e le aziende difendono i loro profitti, il pianeta continua a lanciare segnali d’allarme. Non possiamo permetterci di ignorarli ancora a lungo. La sfida climatica riguarda tutti noi: cittadini, istituzioni e imprese. E se non agiamo ora, il costo sarà altissimo per le generazioni future.