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X, la piattaforma lanciata dalle ceneri di Twitter e ora guidata da Elon Musk, è diventata il centro dell’attenzione e una vibrante controversia. Il fondatore di aziende come Tesla o SpaceX ha, in questo modo, trasformato X in uno spazio sempre più polemico e ha innescato dibattiti cruciali incentrati sulla libertà di parola e sull’indipendenza del giornalismo.

Negli ultimi mesi, c’è stata una tendenza tra molti utenti, compresi i giornalisti e alcune celebrità, ad annunciare l’abbandono della piattaforma a causa della sua crescente politicizzazione. Non c’è dubbio che Musk sia costantemente accusato di usare X a suo vantaggio, manipolando il pubblico e presentando ciò che molte persone considerano informazioni “distorte”.

Comportamenti che creano costantemente contrasti di interesse possono essere visti esaminando il ruolo di X in relazione ai benefici per la sua azienda o a sostegno delle sue scelte commerciali.

Questo modus operandi non è senza precedenti e può essere individuato in persone influenti altrettanto importanti, come Silvio Berlusconi in Italia. L’ex Primo Ministro e ideatore e fondatore di Mediaset si avvalse del suo impero televisivo non solo per sostenere le sue idee e opinioni politiche tramite programmi di intrattenimento, ma ha anche notevolmente plasmato i mass media.

La confluenza tra potere economico, politico e mediatico rappresenta una grave minaccia per l’indipendenza del giornalismo. Qualora i mezzi di comunicazione siano gestiti da una ristretta equipe con interessi personali o politici, si corre il rischio che l’informazione venga strumentalizzata come mezzo di propaganda, alterando così la percezione pubblica invece di perseguire un’effettiva informazione.

La preferenza dipende da ciò che si valorizza Se si dà importanza alla libertà di espressione e all’indipendenza dei contenuti, il controllo da parte di figure influenti come Musk e Berlusconi potrebbe risultare problematico, poiché influenzerebbe troppo le opinioni. D’altro canto, un sito di social networking ben regolamentato e ben gestito con professionisti nel settore della tecnologia potrebbe garantire sicurezza e qualità.

Tuttavia, l’equilibrio tra libertà e controllo è la questione principale, e una piattaforma indipendente e aperta sarebbe la strada migliore da percorrere. Un momento in cui la gestione dei social media viene presa drasticamente in mano da personalità politiche ed economiche solleva una domanda importante: è così necessario che tali piattaforme siano guidate da esperti tecnici, o dovrebbero essere controllate da persone con legami politici ed economici molto forti, indipendentemente dall’inevitabile presenza di conflitti di interesse? È importante sapere chi c’è a capo di un social? 

La scelta migliore, secondo me, è un social network dal quale gli esperti del settore tecnologico possano amministrare altre figure politiche o economiche influenti.

Un simile accordo garantirebbe una gestione più trasparente della piattaforma, dell’equilibrio e della sicurezza, con minori rischi di scenari di conflitto di interessi che potrebbero altrimenti invadere l’opinione pubblica e distorcere l’informazione. Va notato che la competenza tecnica è fondamentale per garantire contenuti di alta qualità e libertà di espressione.

-Alessia Dragaj 4C TURISMO

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