Attualmente, uno dei principali problemi è il cambiamento climatico, di cui, fin da piccoli, abbiamo sentito parlare, al telegiornale o anche a scuola. Questo argomento, nonostante il suo peso, negli ultimi quattro anni è stato molto trascurato; nel 2020 ci fu la pandemia causata dal Covid-19, perciò, durante quell’anno e anche in quasi tutto il 2021, si parlò solo ed esclusivamente del coronavirus, tralasciando il problema del clima, o comunque parlandone meno nei mezzi di comunicazione . Successivamente, nel febbraio del 2022, iniziò il conflitto tra Russia e Ucraina, che, ancora oggi, è in corso. In quel periodo si sentiva parlare molto meno del virus e, da quel momento in poi, l’argomento principale divenne la guerra scoppiata nell’Europa orientale, trattando sempre meno il problema climatico. Arriviamo così all’ottobre del 2023, quando, dopo l’attentato di Hamas nei confronti del popolo israeliano, ha inizio lo scontro in Palestina, che diventa, e lo è tuttora, la questione di cui sentiamo più spesso parlare.
Ma quindi, visto che si parla sempre meno dei problemi climatici, le catastrofi ambientali avvengono con meno frequenza? La risposta, purtroppo, è no. Pensiamo all’uragano Milton che ha colpito la Florida, negli Stati Uniti, e ha lasciato molti cittadini americani senza un’abitazione; ma possiamo rimanere anche in Italia per vedere questi fenomeni catastrofici, per esempio le alluvioni , avvenute in Emilia-Romagna, che hanno allagato gran parte della regione, creando enormi danni non solo agli abitanti ma anche all’agricoltura locale. Diversamente è accaduto in Sicilia dove, a causa di un lungo periodo di siccità, alcuni centri abitati sono rimasti senz’acqua corrente.
Fortunatamente la comunicazione e la politica non sono uguali: la prima deve far conoscere a tutti la cronaca mondiale, perciò non può parlare di tutti gli argomenti, la seconda, invece, deve trattare di tutti i problemi attuali, cercando di non tralasciarne nessuno. Il cambiamento climatico è uno dei temi di maggior discussione dell’Unione Europea; infatti la commissione europea, il cui presidente è Ursula von der Leyen, lo ha messo come argomento centrale per far sì che ogni Stato rispetti l’ambiente e inquini il meno possibile. Negli Stati Uniti, invece, questo pensiero è presente nella propaganda di Kamala Harris, la quale cercherebbe di diminuire le emissioni degli Stati Uniti e l’inquinamento che producono. Dall’altra parte, l’ex presidente statunitense Donald Trump non farebbe nulla per diminuire le emissioni, anzi, ha un pensiero negazionista nei confronti del cambiamento climatico, ciò è molto angosciante, considerando il forte potere che avrà se diventerà per la seconda volta presidente.
Non bisogna dimenticare, però, che non esistono solo la comunicazione e la politica, ma anche l’opinione pubblica, e che tutti e tre sono strettamente collegati. La comunicazione influenza molto l’opinione pubblica ed essa può cambiare, in uno stato democratico, le scelte politiche; perciò se si parla sempre meno dei cambiamenti climatici, anche se può sembrarci strano, il pensiero comune inizia a dimenticare quell’argomento o, peggio, pensa che non sia più un problema, e la conseguenza potrebbe essere che la politica inizi gradualmente a fare sempre meno per cercare di limitare le emissioni che produciamo, perché si penserebbe che ai cittadini non interessi. Quindi, dobbiamo parlarne e, se non lo fanno i telegiornali, dobbiamo farlo a scuola e, se non lo facciamo a scuola, dobbiamo cercare di informare noi stessi tramite articoli o ricerche scientifiche e informare gli altri, perchè questo problema è di tutti e, soprattutto, le scelte che facciamo oggi in questo ambito determineranno il nostro futuro.
In conclusione, le guerre, ma non solo, hanno spostato l’attenzione che c’era prima sul cambiamento climatico. Per fortuna la politica non lo ha fatto e continua a trattarlo come argomento centrale, ma noi, influenzati dalla comunicazione, non dobbiamo dimenticarlo, anzi, dobbiamo continuare a incentivare politiche a favore della difesa ambientale. Secondo me, per evitare che questo grande problema venga messo da parte, bisognerebbe parlarne sempre nei telegiornali, indipendentemente dagli altri eventi attuali, perché non dobbiamo dimenticare che questo pianeta è l’unica casa che abbiamo e, soprattutto, che noi dobbiamo convivere con la natura e non sfruttarla e distruggerla, visto che, continuando così, forse, arriverà il giorno in cui lei distruggerà noi.