Un signore è sulla sua poltrona, accende la televisione per vedere il notiziario:
“Nuovi aggiornamenti nel conflitto Ucraina-Russia; nuovi paesi entrano in guerra nel conflitto israelo-palestinese; novità nel campo scientifico; nuove modalità di didattica…
Allerta rossa in 5 regioni, causa maltempo, continuano le esondazioni di fiumi e laghi in diverse città d’Italia”.
Grande interesse nell’ascoltare le prime notizie, poiché l’ascoltatore è disinformato sull’argomento e desidera conoscere ciò che accade al di fuori della sua cittadina.
Quando arriva l’ultima notizia l’ascoltatore si disinteressa e non mostra più attenzione verso le parole del giornalista che spiega il motivo di queste tragedie. Forse pensa di saper già tutto e trova ripetitiva la news oppure è profondamente disinformato sull’argomento.
Il cambiamento climatico, oggetto di tanti dibattiti politici ed economici, ad oggi sembra essere passato in secondo piano nelle preoccupazioni delle persone. Per anni abbiamo sentito le stesse parole e agito in maniera passiva e debole rispetto alla grandezza del problema irreversibile.
Negli ultimi giorni però è ritornato sotto i riflettori, anche perché già da quest’estate, una tra le più calde degli ultimi 100 anni, si è cominciato ad annunciare che quest’autunno sarebbe stato caratterizzato da eventi meteorologici estremi, che in effetti stanno colpendo il nostro Paese.
Ora quindi si è di nuovo messo a fuoco quanto siamo lenti nel reagire e nel non riuscire a fermare le distruzioni di città e campi e quanto sia necessario recuperare una più viva consapevolezza delle persone rispetto il tema del cambiamento climatico.
Il problema spesso veniva evitato perché le sue cause non sono evidenti oppure semplicemente non sono note. Ad esempio l’innalzamento dei mari non è un fenomeno che possiamo notare andando in spiaggia, ma un dato che gli studiosi osservano minuziosamente.
Inoltre è diffusa l’idea che non si possa fare nulla nel proprio piccolo per migliorare la situazione poiché le cause del cambiamento climatico sarebbero così grandi e permanenti che non possono essere risolte.
Ciò però non è vero. Qualcosa la si può fare, come mostrano i molti esempi degli ultimi anni in particolare l’interessamento dei giovani che sempre di più stanno facendo sentire la loro voce attraverso raduni in piazza e proteste, per attirare le attenzioni dei potenti, ministri, senatori e presidenti. In questo modo si concentra l’attenzione su una situazione tanto urgente e si cercano delle strade effettivamente più risolutive.
Credo che la nostra indifferenza rispetto al Climate change sia uno dei principali problemi ad oggi.
Il signore che guarda con disinteresse la televisione ben presto potrà ritrovarsi la casa allagata da esondazioni o distrutta da fortissimi venti, poiché non si è agito subito.
Ogni nostra azione ha un valore nel mondo, ogni nostro pensiero è una soluzione, ogni nostra iniziativa diventa vera una volta capita.
Ciò è la dimostrazione che in questo momento noi non possiamo rimanere indifferenti e non possiamo rimanere in silenzio, perché quello che adesso noi vediamo come un futuro lontano è già la nostra realtà.