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Luca Tremolada discute l’evoluzione della programmazione con l’introduzione dell’intelligenza artificiale, in particolare dei chatbot e dei modelli linguistici. L’introduzione dell’intelligenza artificiale nel mondo della programmazione ha sicuramente aperto nuovi orizzonti. Quando si parla di “no code” e “low code”, si intende che la programmazione non è più esclusiva a chi ha una formazione specifica in informatica. Questo è un grande passo avanti per la democratizzazione delle tecnologie e potrebbe portare a una nuova era in cui chiunque ha un’idea può realizzarla senza dover imparare linguaggi di programmazione complessi. Tuttavia, nonostante la semplicità dell’uso di strumenti basati su IA, la qualità del codice generato non è sempre perfetta, e spesso occorre correggerlo o migliorarlo.

 

Questo cambiamento può sembrare positivo, soprattutto per coloro che non hanno un background tecnico, ma ci sono anche degli svantaggi. Ad esempio, l’IA potrebbe non essere in grado di cogliere le sfumature di un progetto o risolvere problemi complessi che richiedono creatività e intuizione, qualità che solo un programmatore esperto può portare. Anche se la programmazione diventa più accessibile, il mestiere del programmatore non scomparirà, ma evolverà.

 

Inoltre, c’è il rischio che, con la diffusione di strumenti che generano codice automaticamente, si possa ridurre il valore della conoscenza approfondita della programmazione. La programmazione, infatti, non è solo una questione di scrivere codice, ma di progettare soluzioni intelligenti per problemi complessi. L’intelligenza artificiale può aiutare in questo processo, ma non potrà mai sostituire completamente l’ingegno umano.

 

A livello personale, pensiamo che il cambiamento portato dall’intelligenza artificiale sia positivo, ma debba essere visto con un certo equilibrio. Da una parte, dà la possibilità a chiunque di sperimentare e creare software, ma dall’altra, non dobbiamo dimenticare l’importanza di una formazione solida nelle basi della programmazione. La programmazione non è solo l’atto di scrivere codice, ma anche il pensare in modo logico e critico, e questo è qualcosa che l’IA ancora non può replicare pienamente

Punto di vista ITIS Ettore Majorana

Pace Cristina, Russo Arianna Pia, Urbano Lorena

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