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Mark Zuckerberg, colui che inventò Facebook in un dormitorio di Harvard, era schierato in prima fila, insieme a molti altri multimiliardari, alla cerimonia di insediamento di Trump; fatto che, insieme alla scelta di abbandonare la moderazione dei contenuti su Meta, mostra il suo chiaro spostamento verso la destra trumpiana.

 

“Europe has an ever increasing number of laws institutionalising censorship and making it difficult to build anything innovative there” (l’Europa ha un numero sempre crescente di leggi che istituzionalizzano la censura e rendono difficile costruire qualcosa di innovativo lì) ha dichiarato Zuckerber sui suoi profili social lo scorso 7 gennaio. Il video spiega le modifiche che i suoi social subiranno nei prossimi mesi, una delle quali sarà la collaborazione con Trump per influenzare i governi che perseguitano le compagnie americane e per respingere ancor di più le censure; successivamente il CEO di Facebook ha sottolineato con fastidio in cui afferma che le leggi sui dati dell’UE avrebbero censurato i social media.

La Commissione Europea ha risposto prontamente alle accuse del multimiliardario, dichiarando che il suo Digital Services Act non ha richiesto né costretto le piattaforme a rimuovere contenuti legali, ma solamente quelli che potrebbero essere dannosi per i bambini o per le democrazie europee. “We absolutly refute any claims of censorship” (confutiamo assolutamente qualsiasi affermazione di censura), ha asserito un portavoce della Commissione.

 

Il cuore della modifica di Zuckerberg riguarda il sistema di moderazione dei suoi social: il precedente sistema era basato sul fact-checking, e quindi sulla veridicità delle notizie diffuse, ora invece si passerà a una modalità basata sulle community notes. L’assunzione delle community notes dovrebbe “contribuire alla formazione della conoscenza, essere d’aiuto anche per le persone che non sono d’accordo con noi, agire in buona fede”. Il sistema è molto simile a quello già in uso, dal 2023, su X: consente agli utenti di scrivere una note su un post per contestualizzare o correggere delle informazioni che potrebbero risultare imprecise o fuorvianti; la nota viene poi pubblicata se un numero sufficiente di utenti la conferma, così da rendere le informazioni più affidabili. 

Questo metodo aiuta a mantenere un livello di trasparenza  nei confronti delle persone coinvolte e a ridurre al massimo la censura dei contenuti da parte dei governi, riduce però anche i freni sulle discussioni di argomenti controversi, lasciando libera espressione di pensieri estremisti e di contenuti illegali.

 

La Commissione Europea ha affermato che, affinché un tale sistema sia utilizzato nell’Unione europea, una piattaforma dovrebbe condurre una valutazione del rischio e inviarla all’esecutivo dell’UE.  “Whatever model a platform chooses needs to be effective, and is what we’re looking at…so we are checking the effectiveness of implemented by platforms here in the EU” (Qualunque modello scelga la piattaforma deve essere efficace, e questo è ciò che stiamo guardando… Quindi stiamo controllando l’efficacia delle misure o delle politiche di moderazione dei contenuti adottate e implementate dalle piattaforme qui nell’UE) ha detto il portavoce.

 

Il nuovo sistema inizierà ad essere attivo tra un paio di mesi negli USA. Verrà attivato anche qui in Europa o rimarrà tutto com’è sempre stato? Il loro scopo è davvero quello di evitare la censura dei pensiero o piuttosto favorire l’espressione dell’ideologia politica di alcune fazioni?

 

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