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Ultimamente si sente sempre più spesso parlare di Starlink, il progetto di SpaceX, l’azienda di Elon Musk. Sorge spontaneo dunque chiedersi che cosa sia. Starlink è una costellazione di satelliti in orbita terrestre bassa, circa 550 chilometri, per l’accesso a internet globale a banda larga, caratterizzata da una maggiore velocità di connessione e una minore latenza rispetto ai servizi satellitari attualmente presenti. Inoltre, i satelliti già in utilizzo sono intorno ai 7.500 e si prevede un netto aumento in vista di una copertura globale. 

Questo progetto, dunque, rappresenta una svolta a livello globale, poiché, laddove l’utilizzo di connessioni tradizionali, anche cablate, sia impossibilitato o rallentato nel suo funzionamento, un servizio satellitare con una così bassa latenza può essere la soluzione. Tuttavia, non mancano le polemiche e , per giunta, vi è un’iniziativa, promossa e finanziata dall’Unione Europea, simile a Starlink, Iris 2, che, però, dovrebbe raggiungere la piena operatività solo nel 2030. In aggiunta, questo programma prevede un utilizzo sul piano aziendale e professionale, invece, Starlink è rivolto prevalentemente ai singoli individui.

Attualmente, l’Italia è in fase di trattative avanzate con quest’ultimo progetto con un accordo da 1.5 miliardi di euro. Quindi, è necessario analizzare il nuovo servizio disponibile per comprendere se o in quali casi possa risultare utile.

Tra gli aspetti positivi troviamo sicuramente l’accessibilità a livello globale, anche nei luoghi più remoti e rurali, rimanendo ciò nonostante affidabile e anche molto utile in caso di emergenza.

 Inoltre, presenta un’ installazione semplice anche per i non esperti, visto che la parabola, dopo il corretto montaggio, prevede un auto-orientamento verso il satellite. Infine, Starlink garantisce una latenza e una velocità di connessione migliori rispetto agli altri servizi satellitari, grazie a una distanza dalla Terra ridotta. 

Tuttavia, questo è un aspetto anche negativo perché porta un inquinamento luminoso e persino un possibile impatto sfavorevole per la ricerca astronomica, senza considerare che ci sono innumerevoli dubbi sullo smaltimento dei vari satelliti e sul traffico spaziale che potrebbe portare l’aggiunta di altri di questi dispositivi. Inoltre, il costo è elevato e non accessibile a chiunque, poiché per la parabola, il modem e gli accessori si spendono 500-600 dollari, a cui bisogna aggiungere il prezzo della tariffa, ovvero 110 dollari mensili. In aggiunta, vi è il problema di aree in cui la connessione non è ottimizzata e, quindi, il servizio è limitato o in fase di test, e, oltre a ciò, vi sono regioni in cui dovrebbe già essere operativo, dove, però, non è stabile e può essere intermittente, dunque meno affidabile. In seguito, presenta problemi a livello atmosferico, perché condizioni come la pioggia intensa, la neve o le tempeste, ma anche il gelo della parabola, causano problemi di interferenze. Infine, vi sono i problemi di congestione, ossia, dato che i satelliti sono ad orbita bassa, in alcune aree ci potrebbe essere un eccessivo numero di utenti, questo porterebbe ad un rallentamento della connessione durante le ore dette “di punta”.

 

In conclusione, ritengo che questo progetto Starlink sia interessante e sicuramente ben progettato, tuttavia, non so se sia necessario creare una nuova tipologia di rete. Certamente rappresenta un avanzamento tecnologico non indifferente che può essere molto migliorato, è anche vero, però, che, nonostante risulti più utile per le aziende, se si considera l’impatto ambientale, sia per l’inquinamento luminoso che per il futuro smaltimento, e l’attività non ancora completamente costante, forse non porta ad una soluzione innovativa ma solo alla creazione di nuovi problemi. Solamente col tempo si potrà capire quale sia il corretto uso e se sia effettivamente utile e sostenibile.

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