Al giorno d’oggi, purtroppo, girano su internet moltissime fake news che spesso sono davvero difficili da decifrare come tali.
Grazie ad una continua innovazione tecnologica il problema non sono solamente queste notizie false ma anche e soprattutto i “deepfake”.
Il termine “deepfake” nasce dall’unione delle parole “deep learning” e “fake” e si riferisce a contenuti, come video o immagini, generati o manipolati utilizzando tecniche di intelligenza artificiale (IA) avanzata.
In pratica, si tratta di una riproduzione altamente realistica di una persona che compie azioni o pronuncia parole che in realtà non ha mai fatto o detto.
Sebbene possano essere usati per scopi creativi e di intrattenimento, i deepfake sollevano preoccupazioni significative riguardo al loro potenziale utilizzo a fini per esempio politici o criminali.
Utilizzando milioni di immagini di una persona, l’algoritmo può ricreare il volto e i movimenti facciali in modo tale che sembri che stia pronunciando parole o compiendo azioni completamente inventate.
Come qualsiasi cosa però se utilizzata con intelligenza e creatività questi deep fake possono avere anche aspetti positivi.
Ad esempio nel mondo del cinema e dell’intrattenimento hanno trovato applicazioni decisamente innovative poiché la tecnologia consente di creare effetti speciali incredibilmente realistici, come “resuscitare” attori defunti per ruoli cinematografici, o di ringiovanire celebrità per film o spot pubblicitari e per molti altri aspetti. Nonostante ciò i deepfake sono più spesso, purtroppo, associati a una serie di problematiche gravi. Possono infatti essere utilizzati per creare contenuti che minano la credibilità di leader politici o figure pubbliche.
Video falsificati di un presidente o di un candidato che esprime opinioni controverse o compie atti sconvenienti possono avere un impatto devastante sulla percezione pubblica, influenzando elezioni o alimentando conflitti.
Un altro grave problema associato ai deepfake è la creazione di video pornografici non consensuali, spesso noti come “revenge porn”.
Questi video manipolano il volto di una persona, inserendolo in situazioni intime in modo da danneggiarne la reputazione.
Le vittime di questi abusi sono spesso persone comuni, ma anche celebrità.
Concludendo ritengo che il vero problema dei deep fake sia il fatto che spesso sia molto complicato capire se ciò che sto guardando, leggendo o ascoltando sia reale oppure manipolato; perché a mio parere se non venissero utilizzati con lo scopo di danneggiare il prossimo sarebbero davvero una grande innovazione tecnologica.
Diventa quindi fondamentale capire e approfondire da dove arrivano le notizie, affidarsi solo a siti internet conosciuti e ad articoli scritti da giornalisti con una buona reputazione.
La verifica dell’attendibilità delle fonti è la vera sfida dei nostri giorni.