newsroom deepfake feat

Sentiamo sempre più spesso parlare di questa tipologia di utilizzo dell’intelligenza artificiale, ma sappiamo esattamente che cos’è un deepfake ?
Non esiste una vera e propria traduzione in italiano che possa rendere giustizia a questo termine. Che, viene adoperato così com’è anche nella nostra lingua e si riferisce alla manipolazione di contenuti multimediali con l’obiettivo di modificare uno o più volti presenti al loro interno, sostituendoli con quelli di celebrità o altre persone che non erano effettivamente presenti nel video. Questa pratica è diventata estremamente semplice nell’ultimo periodo grazie all’avvento dell’intelligenza artificiale, che ha agevolato il processo di creazione. In passato infatti era necessario possedere conoscenze di programmazione per riuscire a realizzare questo tipo di video. Grazie a questa semplificazione, sempre più persone si cimentano nella generazione di tali contenuti.

Ad oggi, come accade per l’intelligenza artificiale in generale, non esiste una legislazione specifica che regolamenti questa pratica. Tuttavia, con l’evoluzione di queste potenti tecnologie, diventa sempre più urgente individuare e formulare leggi appropriate che possano impedirne l’abuso. In particolare, sarebbe necessario vietarne l’utilizzo senza il consenso della persona di cui si intende utilizzare il volto nel video.

I deepfake possono essere utilizzati per diffamare, diffondere disinformazione o manipolare l’opinione pubblica, ad esempio convincendo le persone che un personaggio famoso abbia detto o fatto qualcosa che potrebbe influenzare le loro scelte o opinioni politiche.

Per risolvere questo problema o attenuare gli effetti si potrebbero proporre dei corsi all’interno delle scuole o direttamente degli articoli di giornale che spieghino come distinguere questi video modificati così da consentire alle persone di avere una maggiore capacità di individuazione dei deepfake per non essere condizionati da video finti.

Mentre una soluzione in ambito educativo potrebbe essere più immediata, per trovare una soluzione legislativa a questo problema servirà ancora del tempo. Tuttavia, è fondamentale utilizzare questi strumenti con buon senso. Chi li impiega per diffamare o per diffondere disinformazione dovrebbe essere perseguito dalla legge, mentre chi ne fa uso con il consenso della persona coinvolta e senza arrecare alcun danno dovrebbe poterli utilizzare liberamente.

Per questo motivo, credo che in caso di diffamazione legata a contenuti di questo tipo la legge dovrebbe punire i creatori dei video, senza però sanzionare chi ha reso disponibile il software per la loro realizzazione.

In conclusione, i deepfake sono strumenti che possono avere una loro utilità, ma è responsabilità di ciascuno usarli in modo etico. Devono essere utilizzati solo con il consenso della persona coinvolta, evitando qualsiasi tipo di abuso o danno.

 

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