Durante gli ultimi due anni lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è stato esponenziale. Infatti, grazie anche ai continui aggiornamenti, l’intelligenza artificiale è passata dal rispondere a domande basilari a generare testi, canzoni e video. E’ proprio su quest’ultimo aspetto, ovvero sui video, su cui mi vorrei soffermare.
Negli ultimi mesi il fenomeno del “deepfake” è cresciuto in modo considerevole a tal punto che questi video sono diventati una possibile minaccia. Il termine deepfake deriva dalla tecnologia sottostante “deep learning”, che è una forma di intelligenza artificiale. Gli algoritmi di deep learning, che insegnano da soli a risolvere i problemi quando vengono forniti grandi set di dati, vengono utilizzati per scambiare volti nei contenuti video e digitali, per creare supporti falsi dall’aspetto realistico. In pratica, l’IA viene utilizzata per produrre falsi video pornografici di celebrità e revenge porn, ma può anche essere utilizzata per produrre fake news, compiere atti di cyberbullismo o vari altri crimini informatici.
Fortunatamente distinguere un video generato dall’intelligenza artificiale non è impossibile, ma non è neanche così semplice, soprattutto dal momento che questi videomontaggi sembrano sempre più realistici.
Non esiste una vera e propria legislazione che riguardi questo fenomeno, anche se un video di questo genere potrebbe rovinare la reputazione di un personaggio pubblico. Sicuramente coloro che sono autori di un video deepfake sono i veri colpevoli. Essi sfruttano l’identità di altri per compiere del male e possono essere puniti per ciò dalla legge. Ma coloro che, nonostante non abbiano prodotto direttamente il video deepfake, lo pubblicano in rete, sono anch’essi responsabili del danno?
Senza dubbio chi li produce è colpevole, tuttavia ritengo colpevole anche chi decide di far girare questi video su più piattaforme. L’atto di per sé è già ampiamente condannabile, oltretutto se si cerca di rendere il video in altri modi più visibile, in un certo senso si sta collaborando con il fautore del video. Eticamente tutto ciò è sbagliato, il concetto di voler diffamare una persona è molto scorretto, che questa persona sia un amico o un familiare o che sia un vip.
Anche i casi di revenge porn stanno aumentando sempre di più e bisognerebbe porre stretti controlli sui video che vengono pubblicati sui social media. Alcune delle applicazioni utilizzate per questo scopo sono già state identificate e una tra queste è anche stata rimossa, Deepnude. Il motivo per il quale le altre sono ancora scaricabili è che queste app sono utilizzate per scopi di puro intrattenimento, per cui la creazione di deepfake non è vietata.
L’altro caso di deepfake più emblematico è la creazione di video o audio che possono danneggiare la campagna elettorale di un esponente politico. Recentemente un video che mostra un bacio tra Giorgia Meloni ed Elon Musk ha fatto il giro del web.
Resta, dunque, il deepfake un grave problema da risolvere. L’unico modo per sconfiggere questo fenomeno è promulgare immediatamente leggi che possano in qualche modo limitare e arginare il deepfake. I rischi sono che, qualora non vengano prese misure adeguate, lo sviluppo costante dell’IA possa in qualche modo fare sì che i video diventino sempre più realistici finchè non riusciremo a distinguere uno falso da uno reale.
In conclusione, chiunque produca o pubblichi in rete video deepfake è moralmente responsabile della diffamazione di cui il soggetto del video potrebbe essere vittima .