Quello appena trascorso è stato il mese di febbraio più caldo mai registrato, con una media della temperatura al di sopra della norma europea. Queste registrazioni sono state effettuate da Copernicus, una sonda spaziale, che ha precisato che si è raggiunta una temperatura dell’aria di 13,54 gradi, quasi 2 gradi sopra la media degli ultimi due secoli. Nel mese di febbraio si è raggiunto un nuovo record assoluto, con 21,06 gradi registrati sulla superficie del mare, escluse le zone vicine ai poli. Ed è il nono mese consecutivo che la Terra ha superato i record di temperatura. Ciò pone il mondo temporaneamente al di sopra della soglia di 1,5°C oltre la quale, nel lungo termine, si prevedono gli impatti peggiori del cambiamento climatico. Inoltre, le temperature di marzo in Germania sono state le più calde mai registrate nel Paese dall’inizio delle misurazioni nel 1881, secondo i dati pubblicati dal servizio meteorologico tedesco (DWD).
Il riscaldamento climatico è diventato un problema sempre più urgente, con record di temperature globali e fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti. Solo di recente, però, il mondo ha iniziato a prestare seria attenzione alla crisi. Record di temperature senza precedenti, come quelli registrati nel 2023, devono far riflettere sulle azioni necessarie per affrontare questa crisi globale; e mentre questi dati scientifici continuano a confermare la tendenza all’aumento delle temperature, la nostra prontezza nel rispondere in modo efficace a questa crisi diventa sempre più fondamentale.
Eventi meteorologici estremi come ondate di calore, tempeste e siccità, possono causare danni diretti agli edifici e alle coltivazioni agricole. Le inondazioni possono danneggiare strade, ponti e impianti industriali, mentre siccità prolungate possono ridurre la produttività agricola e aumentare i costi per l’irrigazione. Questi danni richiedono investimenti per la ricostruzione e la riparazione, con impatti negativi sull’economia, quali l’aumento eccessivo delle tasse e dell’inflazione. In più, le temperature estreme possono compromettere la salute dei lavoratori e ridurre la loro produttività, portando a minori guadagni per tutte le imprese. Inoltre, cambiamenti negativi nelle colture agricole possono ridurre la disponibilità di cibo e contribuire all’aumento dei prezzi degli alimenti, colpendo particolarmente le fasce più vulnerabili della popolazione.
I record di temperature influenzano le politiche climatiche nazionali, spingendo i governi a implementare le misure per affrontare il riscaldamento globale, come la riduzione delle emissioni di gas serra nei settori industriali e dei trasporti, e a introdurre leggi più rigide per limitare l’inquinamento; è chiaro che il riscaldamento globale aumenta la necessità di collaborazione internazionale e di scambio di risorse per affrontare la crisi, obbligando i Paesi a condividere tecnologie pulite, programmi di aiuto per i popoli più vulnerabili e meccanismi per la valutazione delle politiche climatiche a livello globale.
L’Accordo di Parigi, adottato nel 2015 durante la Conferenza delle Parti (COP), rappresenta uno degli sforzi più significativi per affrontare i cambiamenti climatici su scala globale. L’obiettivo principale dell’Accordo è limitare l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi, rispetto ai livelli preindustriali, mirando a limitare l’aumento a “soli” 1,5°C. L’Accordo prevedeva che ciascun Paese presentasse i propri obiettivi di riduzione entro la fine del 2020, e fortunatamente tutti i Paesi dell’UE l’hanno rispettato. La cooperazione internazionale è essenziale per garantire che i Paesi adottino e rispettino obiettivi ambiziosi in linea con gli obiettivi globali, uniti a quelli dell’Agenda 2030. Attraverso la cooperazione internazionale, i Paesi possono lavorare insieme per stabilizzare il clima, ridurre le emissioni e costruire un futuro più sostenibile. Questo richiede azioni, finanziamenti, scambi tecnologici e una volontà politica comune per affrontare una delle sfide più urgenti e complesse dei nostri tempi.