I social network sono morti? Il giornale britannico “The Economist” pone in primo piano questo quesito, che induce a porsi alcune domande: per cosa sono nati i social network? Per che cosa invece utilizziamo i social oggi?
Facebook, nato in realtà come Facemash, fu creato da Mark Zuckerberg nel 2004 per offrire agli studenti di Harvard uno strumento per socializzare, per conoscere nuove persone e sviluppare nuove amicizie. Il social che cambiò per sempre la storia di Internet fu creato da uno studente universitario che si sentiva solo e aveva il desiderio di abbattere le barriere della distanza e dell’imbarazzo. Facebook e i primi social si possono perciò considerare uno sviluppo dei cellulari coerente con la funzione principale di questi ultimi, ovvero eliminare le distanze.
Ma oggi i social hanno ancora questa funzione? La nascita di nuovi social ha portato con sé anche la nascita di diversi modi di utilizzarli, innanzitutto perché i social più recenti, come ad esempio TikTok, non prevedono la partecipazione attiva dell’utente, ma ne richiedono soltanto la partecipazione passiva, ovvero quella di osservare contenuti interessanti e divertenti, scelti appositamente per interessare chi sta guardando. In questo caso i social non sono più uno strumento per avvicinare le persone, anzi in molti casi le allontanano. Succede spesso infatti, soprattutto tra i ragazzi, che quando un gruppo di adolescenti si ritrova fa fatica a socializzare perché sono tutti impegnati a guardare il proprio cellulare.
Il motivo di tutto ciò non sono però soltanto le modalità dei diversi social network, ma anche la crescente importanza che essi hanno assunto nelle nostre vite. Con lo sviluppo delle tecnologie tutto si è digitalizzato e perciò ci ritroviamo ad avere il telefono in mano molto spesso; diventa sempre più facile e istintivo accedere ai social e staccarsi dalla realtà.
I social network devono ormai essere considerati un vero e proprio oggetto di dipendenza da cui è veramente difficile staccarsi, soprattutto per coloro che sono nati insieme a loro, i cosiddetti “nativi digitali”; ma in crescita non sono solamente gli aspetti negativi, infatti al giorno d’oggi esistono moltissime pagine sui diversi social che si dedicano all’informazione e svolgono la funzione di “telegiornale per ragazzi”, permettendo a questi ultimi di rimanere aggiornati sull’ attualità senza dover leggere il giornale o guardare le news alla televisione. Ritengo che questo aspetto sia utile ed estremamente importante, poiché non solo aumenta consapevolezza dei ragazzi, ma induce anche al dibattito e allo scambio di idee tra pari.
I social sono perciò da considerare morti? Personalmente ritengo che la risposta più adatta sia che i social non sono morti, ma che si stanno evolvendo: stanno perdendo alcune delle caratteristiche con cui sono nati, ma ne stanno allo stesso tempo acquistando altre interessanti. Penso però che sia importante ricordare che lo scopo dei social non è quello di allontanare le persone, bensì di unirle, e che ogni tanto prendersi una pausa dai cellulari e dai social, sia come utenti passivi che come utenti attivi, fa bene sia alla salute fisica che a quella mentale.