“Emergenza migranti”: quante volte abbiamo letto questa espressione nelle notizie e sui giornali? Essa evoca un sentimento di paura e sconcerto e contribuisce a marcare la questione dei flussi migratori come pericolosa.
La strategia dei politici che si oppongono all’arrivo di migranti in Italia è quella di far leva sul fattore della paura del diverso. Così la migrazione appare come un’onda pronta a travolgere il Paese, una catastrofe che rovina la società, facendo perdere posti di lavoro e minando la sicurezza dei cittadini.
Per sfatare questo mito dell’invasione è utile ricordare che la migrazione non è un fenomeno “nuovo”; gli stessi italiani sono migrati in America tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e la Prima Guerra mondiale e anche oggi diversi giovani del Sud migrano al Nord alla ricerca di migliori opportunità.
Inoltre, basta guardare i dati per smascherare subito la finzione; gli “invasori” sono solo una piccola parte della popolazione, circa 3.7 milioni su 60 milioni di italiani.
Infine, sebbene lo Stato abbia attuato negli ultimi tempi diversi accorgimenti per ridurre gli sbarchi (ad esempio la rimozione della protezione speciale, un particolare tipo di permesso di soggiorno), questi anziché diminuire sono aumentati, addirittura triplicati rispetto agli ultimi due anni. L’unico risultato ottenuto è stato rendere ancora più inaccessibile per uno straniero il processo di regolarizzazione e inserimento nella società.
Queste a mio parere sono dimostrazioni del fatto che non possiamo fare nulla per impedire l’arrivo di immigrati in Italia e gli sforzi non si dovrebbero concentrare sull’espulsione, bensì sull’integrazione di questi ultimi.
Se ciò non viene fatto c’è il rischio che la situazione si trasformi davvero in un problema: persone disoccupate e senza fissa dimora, perché viene loro tolta la possibilità di lavorare, in qualche modo devono sopravvivere, e spesse volte l’illegalità rimane l’unica strada. Il governo spera che facendo apparire gli immigrati come criminali, potrà facilmente liberarsene, ma la situazione non può che sfuggire di mano e avere una ripercussione forte sul benessere dei cittadini italiani.
Ad un certo punto bisognerà ammettere che la colpa non è mai stata degli immigrati, ma soltanto del governo.