Ai cuore

Negli ultimi anni, sempre più persone parlano con l’intelligenza artificiale come se fosse un vero amico. Secondo vari sondaggi, molti utenti considerano ChatGPT un confidente digitale, qualcuno con cui sfogarsi o chiarirsi le idee. Alcuni arrivano persino a paragonarlo a uno psicologo virtuale, capace di ascoltare senza giudicare. Ma dietro queste conversazioni così “umane” si nasconde una realtà diversa: ChatGPT non prova emozioni. È un software programmato per rispondere in modo naturale, ma non ha sentimenti né intenzioni. Anche se i creatori cercano di renderlo più affettuoso o disponibile, tutto questo riguarda solo la forma della conversazione, non la sostanza. Il dibattito etico si fa ancora più acceso pensando al futuro. Si parla, infatti, di una possibile modalità “a luci rosse” per ChatGPT, che permetterebbe dialoghi più intimi o romantici. Non sarebbe la prima volta: app come Replika offrono già esperienze simili. Tuttavia, questi esperimenti sollevano domande importanti sul confine tra tecnologia e relazioni umane. Il messaggio finale del video è chiaro: serve consapevolezza. Le intelligenze artificiali possono essere utili, ma non devono sostituire i rapporti reali e sociali. Le relazioni umane sono già complesse e affidarsi troppo a quelle artificiali rischia di allontanarci ancora di più dalla realtà.

-Bottin Edoardo, Tommaso Russo

 

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