AI

La classe 4b1 dell’Istituto Cavour-Marconi-Pascal, plesso B. Pascal, ha approfondito l’uso dell’IA. 

Convivere con l’intelligenza artificiale (IA) è ormai una realtà che non possiamo ignorare. Non dobbiamo avere paura di essa, ma imparare a usarla in modo critico e consapevole, soprattutto i giovani. I chatbot, per esempio, possono essere utili, per creare amicizie virtuali, ma bisogna tener presente che parliamo di algoritmi: se non si è attenti, possono portare a dipendenza e manipolazione. La cosa più importante è che dobbiamo studiare l’IA per riuscire a governarla, non per subirla passivamente. L’IA può aiutarci in tanti modi, MA NON DEVE MAI SOSTITUIRE LE RELAZIONI UMANE. Un chatbot non ha emozioni, non può provare empatia come una persona: ha solo parole, che a volte possono sembrare rassicuranti, ma non sono reali. Quando parliamo con un chatbot, non stiamo parlando con un vero essere umano, anche se le sue risposte possono sembrare molto convincenti. Questo può diventare un problema, soprattutto per i ragazzi più giovani o quelli che si sentono soli o INCOMPRESI. Se si passa troppo tempo a parlare con una macchina, si rischia di non riuscire più a relazionarsi bene con le persone nella vita reale. L’uso eccessivo di chatbot potrebbe farci sentire più isolati, invece di aiutarci. Questo è particolarmente pericoloso per i ragazzi che stanno attraversando momenti difficili, perché potrebbero iniziare a dipendere troppo dalle risposte di una macchina invece di cercare aiuto da amici, familiari o professionisti. In alcuni casi, questa dipendenza potrebbe persino peggiorare il loro stato d’animo, portando a una maggiore solitudine e in alcuni casi, a pensieri molto negativi. È importante ricordare che le risposte dei chatbot non sono vere soluzioni ai problemi reali. Per questo è fondamentale insegnare ai giovani come usare l’IA in modo sano: come uno strumento utile, ma non un rifugio. L’intelligenza artificiale è uno strumento molto all’avanguardia, ma purtroppo, non viene sfruttato nel modo più corretto. Viene utilizzato come “amico”, “amante” e per confrontarsi sulla sfera sentimentale, dimenticando però la totale incapacità di provare sentimenti di questi bot. Un film del 2013 intitolato “Lei” scritto e diretto da Spike Jonze tratta proprio questo tema, un uomo rimasto solo s’innamora della voce di un computer e diventa il centro del suo mondo. Questo film centra perfettamente il punto del video visto in classe con l’insegnante, con l’obiettivo di sensibilizzare chi guarda.  Le persone usano le IA come metodo di sfogo, probabilmente perché sono sole e questa solitudine la devono colmare, ma la robotica non è MAI la soluzione. Ci sono stati svariati casi infelici in cui queste intelligenze sono protagoniste . Un sedicenne si è tolto la vita dopo aver conversato per svariati mesi con ChatGPT. È accaduto di recente in California. Per questo è importante che vengano create leggi e regole per usare l’IA in modo sicuro. In questo modo possiamo sfruttare tutti i suoi vantaggi senza mettere in pericolo i diritti e la sicurezza delle persone. In definitiva, l’IA può essere una grande risorsa, ma deve sempre rimanere sotto il controllo degli esseri umani

 

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