Nell’ultimo anno l’intelligenza artificiale è stata oggetto una crescita esponenziale, anche grazie all’avvento di Chat GPT che ha iniziato la creazione di numerose AI generative, ovvero che sono in grado di sostenere ragionamenti e generare output diversi a fronte dello stesso input. Proprio queste ultime sono le caratteristiche che stanno alimentando la paura verso di essa.

L’intelligenza artificiale è uno strumento molto utile in quanto può aiutare l’uomo e, in certi casi, arrivare a sostituirlo. Infatti, essa è già utilizzata in molti campi, tra i quali la cosiddetta “computer vision”, ovvero il riconoscimento dei volti e gesti o il tracciamento di oggetti, oppure nei chatbot, assistenti virtuali che riescono a capire frasi e concetti e intrattenere conversazioni sia scritte che orali con l’utente, emulando i modi di parlare degli esseri umani. Il grandissimo pregio di questo strumento è la sua velocità e il realismo nell’output: per esempio, esistono AI che generano immagini in pochi secondi sulla base di una semplice descrizione scritta, cosa che ad un pittore richiederebbe ore!

Ma non tutto è oro ciò che luccica, infatti il funzionamento delle intelligenze artificiali, per quanto si stia studiando, non è ancora stato compreso nella sua totalità. Il progresso tecnologico ci ha permesso di capire il come esse agiscono e il come addestrarle, ma non è stato ancora compreso completamente il come avviene il processo di apprendimento. Poiché si ha paura di ciò che è ignoto, l’opinione pubblica ha iniziato a temere questo nuovo strumento fino al punto che sono state fissate delle regole per limitarne l’utilizzo e si è ipotizzata la stesura di una “costituzione per le intelligenze artificiali”.

Tuttavia, secondo la mia opinione, l’intelligenza artificiale non è da temere in quanto, così com’è stata creata dall’uomo,può essere dall’uomo regolata ed arrestata. Ma, per adesso, non ci sono AI che arrechino danni agli esseri umani, quindi il problema attuale è relativo a questioni di violazioni copyright e di diritti durante il processo di addestramento delle intelligenze e anche nei loro output, spesso immagini, che sono talmente realistici da poter essere scambiati per originali.

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