Viviamo in una società dove ci sentiamo sempre sotto esame e il fatto di non riuscire ad affermarsi a qualsiasi costo, anche calpestando gli altri, provoca stress e delusione delle aspettative. Non è ammesso, in questo clima, che qualcuno non riesca a raggiungere gli obiettivi prefissati. Questo provoca dolore e perdita di autostima. Si cerca sempre di compiacere gli altri, vestemdosi e comportandosi come vuole la società. Questo modo di vivere provoca molta insicurezza e la sensazione di essere soli in mezzo a tanta gente. Una volta la vita era diversa, pur nella povertà, ma c’era molta più condivisione. Ora la maggior parte delle persone è egoista, pensa solo al proprio benessere e all’irrefrenabile desiderio di dimostrare, a volte, soprattutto agli altri, che occupano una posizione di prestigio, ostentando, poi, quello che sono riusciti ad ottenere, magari non sempre in modo corretto e leale. Fortunatamente non tutte le persone sono così. Una buona parte di questa società dona molto del suo tempo ad aiutare gli altri. Lo fa in silenzio, senza quel clamore che è classico di chi si aspetta un ritorno di immagine, una ricompensa. Lo fa solo per dare una mano a chi soffre, a chi è meno fortunato. Questo comportamento encomiabile da molto,nrl senso che le persone che lo mettono in pratica si sentono meglio rispetto a quelle che si affannano solo per avere sempre più denaro e più prestigio, perché aiutare chi soffre e chi non ha avuto le stesse opportunità, consente di apprezzare tutte le cose che la vita ci offre e che, forse, prima non avevamo mai preso in considerazione. Il bilancio di tutto ciò è che viviamo in una società di “squali”, ma esistono anche molti “angeli” che agiscono nell’ombra e nel silenzio.

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