Ormai dura da tempo il dibattito sui videogames violenti.
Anche io faccio parte di quei ragazzi che ogni pomeriggio passano circa un’ora giocando a videogames violenti come Call of duty.
Personalmente credo che il fenomeno delle stragi opera di giovani e giovanissimi non derivi soltanto dalla violenza presente nei giochi, ma molto spesso anche dal fatto che i ragazzi usano questi giochi per quasi metà giornata, senza il controllo dei genitori.
La mia però è solo una supposizione, forse si dovrebbe effettuare una ricerca scientifica per capire se questi giochi siano realmente nocivi, purtroppo però fino a questo momento la ricerca più esauriente sull’argomento è stata condotta nel 2003 da un comitato di esperti di violenza mediatica guidati dal professor Rowell Huesman per conto del Ministero della salute degli Stati Uniti, non esistono nè prima nè dopo allora, studi che isolino gli effetti della violenza videoludica sull’aggressività.
Molti di questi giochi,però a volte dietro contesti di violenza,nascondono riferimenti alla storia antica, medievale fino ai teatri di guerra più recenti, come l’Afghanistan,con cui molti ragazzi prendono confidenza.
Un problema importante è rappresentato dal fatto che il pegi(sistema di classificazione di età in base ai videogiochi)purtroppo non viene mai rispettato,ragazzi di 12/13 anni entrano in negozi di videogames ed acquistano, a volte senza la consapevolezza dei genitori, giochi di questo genere.
Se questo pegi però fosse rispettato e ad acquistare questi giochi fosse uno dei genitori, a quel punto direi che non è il gioco ad essere nocivo,ma che il
gioco funge da capro espiatorio.

Ciao siamo la redazione TheMagicRicc
A priori di tutto se una persona usa i videogiochi con prudenza e soprattutto li usa con autocontrollo non porteranno mai alla violenza o solo al pensiero di poter imitare quel gioco. Per il resto sar