Da soli davanti al computer, con amici davanti alla console o con sconosciuti nella rete. I videogiochi hanno assunto un ruolo molto importante nella vita della maggior parte dei giovani. Trasportano in un mondo virtuale come lo fanno anche i film, i romanzi o le narrazioni. Nel mondo dei videogiochi non ci sono limiti che soccombono alla realtà. Così si sviluppa un posto illimitato di occasioni il quale si può conquistare. I giovani sono affascinanti del fatto che nei videogiochi si può fare l’esperienza con cose che nella vita reale sono vietate o sanzionate: pilotare o fare una corsa automobilistica, giocare a calcio in una lega professionistica, commettere un delitto, sposarsi etc. In questo posto virtuale dei videogiochi si può sperimentare la vita degli adulti.
Nel dibattito pubblico sui pericoli possibili dei videogiochi ci sono soprattutto due aspetti in primo piano: l’effetto della violenza nei videogiochi e il pericolo potenziale della dipendenza che parte dai videogiochi. I giovani si possono mettere nei panni di qualsiasi malvagio, combattere contro mostri o fare un duello con altri giocatori. Nonostante i disegni animati questi videogiochi non sono adatti ai giovani. È vero che sulle copertine dei videogiochi è scritta un’indicazione di limite di età, p. e. “Vietato ai minori!”. Ma quale ragazzo/a non diventa ancora più curioso/a quando vede un simile avviso che in fondo non sarebbe adatto per lui/lei? I videogiochi non rendono solo violenti, ma possono a lunga scadenza convalidare e aumentare il comportamento aggressivo.
Soprattutto quando i videogiochi fanno le funzioni di una compensazione o di una complicità nell’evasione fuori da una realtà frustrante, c’è il pericolo che il gioco diventi una dipendenza. Il giocatore smette di fare cose che adorava prima, si chiude, trascura i suoi doveri personali, professionali e familiari, ha difficoltà a concentrarsi ecc. Il gioco domina la vita!

Ciao principessa1, condivido quasi tutto. I film, i romanzi, e i videogiochi fanno sognare. Non si possono eliminare e ormai neanche evitare. Dopo i 14/15 anni un ragazzo o una ragazza