Ormai i videogiochi fanno parte della vita di quasi tutti i ragazzi. Ne escono sempre di nuovi e differenti, tuttavia in circa trent’anni da quando sono stati creati, questi sono cambiati veramente molto poco. Negli anni 80 esistevano già i primi “Metal Gear Solid”, o più in generale quelli che oggi vengono chiamati fps (first person shooter, sparatutto in prima persona). Certamente esistono numerose altre tipologie di giochi, come per esempio i videogiochi di calcio. Nonostante ciò i videogiochi che fanno più scalpore sono quelli che vengono definiti violenti.
Per prima cosa occorre capire cosa si intende per videogioco violento. Generalmente si pensa ad un gioco in cui vi sono scene di sangue o di violenza gratuita, oppure scene nel quale i personaggi abusano di sostanze stupefacenti. Ovviamente il videogioco che viene spesso preso di mira è “Grand Theft Auto” o più comunemente noto come GTA. In questo videogioco, il protagonista si trova a dover affrontare situazioni di malavita, che a volte (anche se con esagerazioni) ritraggono scene di vita reale. Quindi qui in un certo senso il distacco tra vita reale e vita in game è sottilissima.
Per questo motivo GTA viene giudicato in maniera forse anche troppo negativa dalla critica. Si è arrivati addirittura ad affermare che i videogiochi non insegnino nessun valore se non la violenza. Sembra quasi che i videogiochi moderni non siano altro che un miscuglio di droga, alcool, vita sfrenata e senza limiti. Tuttavia quello che fa storcere il naso, e non poco, riguarda il fatto che già agli albori del mondo videoludico, i videogiochi possedevano una trama ricca di violenza. D’altro canto è da pochissimi anni che si è incominciato a imporre dei limiti di età per giocare ad un determinato videogioco. Detto ciò viene da pensare: come mai la generazione dei miei genitori, quindi quella che negli anni 80 aveva circa 18 anni è cresciuta senza alcun problema (più o meno)? La risposta è molto semplice: perché infatti i videogiochi non influiscono sulla crescita emotiva di un ragazzo.
In conclusione in questi ultimi anni mi pare solo che il problema della violenza dei videogiochi non sia altro che un semplicissimo pretesto per criticare una generazione accusata di essere arretrata, asociale e fin troppo legata alla tecnologia. La verità risiede tutta nella disinformazione selvaggia nella quale si trova quella fetta di popolazione che critica tutto a prescindere, che per nostra sfortuna comprende circa l’80% delle persone dotate, forse, di raziocinio.

Mi sembra di aver letto sulla tua pagina un altro post riguardante questo argomento e con questo vi