I videogiochi sono elementi che influenzano fortemente gli adolescenti, soprattutto se abituati a giocarci fin da bambini. Rispetto a quelli di qualche anno fa, i videogiochi di oggi hanno come punti di base la violenza, la guerra e temi simili.
Per questo motivo i ragazzi,soprattutto maschi, ne vengono molto influenzati, e in casi estremi molti cercano di riprodurre nella realtà quello che vedono nei videogiochi. Vari studi (Anderson e Bushman, 2002) hanno confermato che la violenza nei videogame ha un e sostanziale impatto sul comportamento aggressivo durante l’adolescenza.
Ci sono però, delle variabili che bisogna tenere in considerazione. Questo aspetto, infatti, è dovuto strettamente al fatto che i ragazzi trascorrono numerose ore attaccati ai giochi. Un altro fattore che ha un peso rilevante nel favorire questa relazione, è legato all’evoluzione dei videogames, che sono sempre più complessi e realistici dando la sensazione di essere letteralmente “all’interno del gioco”. Una ricerca condotta in America su un campione di 5000 ragazzi ha evidenziato come bambini e adolescenti che utilizzano videogiochi non adatti ai minori sono più propensi, in futuro, ad avere comportamenti violenti tipo aggressioni, rapine o addirittura omicidi. In particolare, giochi che hanno protagonisti con caratteristiche antisociali, sembrano poter influenzare le modalità con cui gli adolescenti percepiscono e definiscono se stessi, con potenziali conseguenze su un piano di realtà.
I videogiochi, almeno in Europa, sono classificati in base all’età massima possibile a cui si può giocarci ossia il PEGI (Pan-European Game Information – Informazioni paneuropee sui giochi). In Italia però, come in altre parti d’Europa, un bambino, con età inferiore a quella prevista dal PEGI, può tranquillamente giocare ad un gioco a lui proibito basta che siano i genitori ad acquistarglielo. Infatti, al momento, il PEGI è uno strumento di autoregolamentazione, di consiglio per i genitori, non una legge. Quindi un ragazzo, che vuole giocare ad un gioco di guerra,ma non ha l’età adatta per farlo, basta che lo chieda ai genitori e se loro acconsentono l’acquisto del gioco si risolve il problema.
Dal mio punto di vista considero che i giochi con alto tasso di violenza debbano essere proibiti per i ragazzi più piccoli perché possono portare a conseguenze molto gravi nel futuro di questo ragazzo. In un certo senso però, in Europa, la situazione è un po’ moderata dal PEGI perché molti genitori, coscienti che il proprio figlio non dovrebbe giocare a certi giochi, non ne acconsentono l’acquisto, mentre in America, dove questa classificazione non esiste, sono molto più frequenti le stragi da parte di giovani che cercano di imitare i propri idoli dei game senza rendersi realmente conto di ciò che stanno facendo.

1 Comment
  1. federotulo 7 anni ago

    Non mi trovo totalmente d’accordo con te. Sicuramente esistono dei tragici episodi nati dal voler imitare personaggi di determinati videogiochi, ma spesso l’unica cosa che cambia in un giovane a causa di quest’ultimi pu

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