GTA, ASSASSIN’S CREED, CALL OF DUTY, FIFA, THE SIMPSON… sulle console ne compaiono di ogni tipo. Da quelli buonisti ai più aggressivi, da quelli fantasiosi a quelli realistici, da quelli educativi a quelli diseducativi. Ce n’è per tutti i gusti. Ma la scelta quasi sempre ricade su quelli non adatti o sconsigliati ai minori di 18 anni. Si pensi che il solo GTA5 in 24 ore ha incassato 800 milioni di dollari. Perché? Perché il divieto eccita il vizio o perché il gusto del macabro e del “noir” scavalca le scene idilliche e tranquille dei videogiochi più semplici? Perché sono più accattivanti o perché chiamano in causa il fattore adrenalinico? Difficile è stabilirne le cause. Come anche gli effetti. Sulla dannosità che provocano sulla psiche e sui comportamenti dei videogiocatori, infatti, ci sono più scuole di pensiero. Ognuno dice la propria. Certo è che non ci sono dati scientifici che attestino la completa corrispondenza tra videogiochi aggressivi e videogiocatore. A patto che la frequenza non si trasformi in dipendenza. Perché quando ciò accade si rischia di vivere la realtà come se fosse un videogioco. E le cronache a riguardo hanno fornito tante informazioni su giovani adolescenti che confondono questi due mondi o li sovrappongono. Certo è che se non sono pericolosi influenzano sicuramente tutta la sfera della meta-cognitività: attenzione, concentrazione, memoria, riflessi. Dunque, dal punto di vista neuropsicologico i videogiochi violenti hanno forte condizionamento. E questo lo dicono gli esperti. Ma gli adolescenti disattendono spesse volte le contro indicazioni. E i precetti che provengono da più ambiti, anche dal gioco stesso vengono ignorati. Quel che conta è allora avere solo il controllo del joystick e non della mente che viene coinvolta a 360° nelle varie “missioni”. Più difficile esse sono, più facile è la suggestionabilità e l’accanimento. Bando allora alle regole! Tanto se si muore il videogioco offre infinite vite. Una sorta di immortalità “trascendental-virtuale”. E allora perché evadere i videogiochi pericolosi? L’essenziale è saziare la fame delle vittorie che se non si hanno nella vita reale almeno si ottengono in quella virtuale. E quando le vittorie poi sono di gruppo l’esaltazione è maggiore. Si allora ai giochi pericolosi purché non se ne faccia incetta.

0 Commenti

Lascia un commento

CONTATTACI

Hai una domanda? inviaci una e-mail e ti risponderemo al più presto.

    Il Quotidiano in Classe è un'idea di Osservatorio Permanente Giovani-Editori © 2012-2023 osservatorionline.it

    Effettua il login

    o    

    Hai dimenticato i tuoi dati?

    Crea Account