Negli ultimi anni le tecnologie si sono molto sviluppate; oggetti, che fino trent’anni fa non esistevano nemmeno, oggi sono indispensabili e spesso i giovani rischiano di abusarne.
Un’invenzione diventata un grande svago e passione per i giovani è sicuramente il videogioco. Esistono videogiochi di moltissimi generi e tipi, quelli che voglio prendere in esame sono i videogiochi violenti: si discute spesso se questi possano influire negativamente sugli atteggiamenti dei ragazzi ed istigare alla violenza e all’aggressività.
L’aggressività, come molti pedagogisti e psicologi ritengono, non è solamente un comportamento innato, ma viene appreso dai bambini in tenera età.
Un fattore che la può determinare è sicuramente l’imitazione di modelli: negli anni sessanta Albert Bandura, psicologo Canadese, fece esperimenti al riguardo: il campione esaminato erano bambini tra i tre e i sei anni, divisi in due gruppi. Nel gruppo di controllo un adulto giocava con un pupazzo in modo dolce e tranquillo, mentre nel gruppo sperimentale in modo violento. In seguito i bambini del gruppo di controllo giocarono con il pupazzo imitando i comportamenti tranquilli dell’adulto che avevano osservato e del quale emulavano i comportamenti; anche nel gruppo sperimentale i bambini imitavano i comportamenti dell’adulto, e per questo erano violenti nei confronti del pupazzo.
Ciò dimostrava che l’aggressività potesse essere imparata e attuata a causa dei modelli seguiti dai bambini.
I bambini e ragazzi contemporanei non giocano più solo con pupazzi, bensì con videogiochi, quindi ci si chiede: i videogiochi possono costituire un modello d’apprendimento? I loro contenuti possono influire negativamente sui comportamenti dei ragazzi e renderli più violenti?
Penso che nei bambini l’utilizzo di videogiochi aggressivi possa influire negativamente sui loro comportamenti, in quanto non abbiano ancora delineato completamente i modelli comportamentali da seguire, e che sia responsabilità dei genitori controllarli. Mentre per i ragazzi il discorso può variare.
Il dibattito si schiera tra due fronti: chi ritiene, come ritiene lo psicologo statunitense Craig Anderson, che i videogiochi violenti causino violenza, perché insegnerebbero ai giocatori come essere violenti e ne rinforzerebbero le tendenze aggressive. E che l’aggressività si manifesterebbe in modo maggiore se fossero presenti nel soggetto diverse caratteristiche: è di sesso maschile, ha un disturbo di deficit d’attenzione, ha patito esperienze traumatiche ed ha una bassa autostima.
E chi, al contrario, come lo psicologo Christopher Ferguson,  ritiene che l’effetto che i videogiochi violenti possono avere sul comportamento sia nullo o addirittura positivo.
Infatti, secondo gli studi di coloro che seguono il suo pensiero, i videogiochi permetterebbero di sfogare l’aggressività in un contesto virtuale; i fattori che determinerebbero l’aggressività sarebbero invece: l’influenza dei coetanei che delinquono, genitori e figure adulte di riferimento che esercitano violenza psicologica, tratti antisociali di personalità e depressione.
A mio parere i videogiochi non sono pericolosi, credo che il problema sia principalmente legato all’inclinazione alla violenza propria del soggetto e del bisogno di sfogo, e che non siano la causa della violenza, bensì la sua conseguenza: se ad un ragazzo piace la violenza, sceglierà giochi violenti. Inoltre se un ragazzo manifesta violenza alla base ci deve essere qualcosa di più profondo che l’uso di videogames: probabilmente deve avere già disagio a livello psichico che esprime tramite la violenza, sia virtualmente che nella realtà.
In questi termini la correlazione tra utilizzo di videogiochi violenti e violenza svanirebbe.
In conclusione ritengo che non ci debba essere un limite d’età per l’acquisto dei videogiochi, che debba essere responsabilità dei genitori non far giocare troppo i bambini più piccoli e che bisognerebbe seguire in modo adeguato i ragazzi adolescenti e cercare le vere motivazione che scatenano in loro la violenza, senza utilizzare il videogioco come una sorta di capro espiatorio.

1 Comment
  1. gioaudi01 7 anni ago

    Post molto lungo e un po noioso anche se scritto molto bene e in modo dettagliato che fa capire e riflettere molto su questi videogiochi vietati ai minori anche se spesso i maggiori compratori sono proprio loro e spesso ne sono pure vittime. Scrivi di meno la prossima volta!! Scherzo!

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