L’industria videoludica è una delle industrie in più rapida espansione. In Italia, il quarto paese in Europa

come utilizzo di videogiochi, si fattura 365 milioni di euro* (dato relativo al 2014).

Una delle maggiori e più ricche case mondiali è la Activision, specializzata in videogiochi violenti come per

esempio Call of Duty, nota saga di guerra o GTA, serie dove ci si immedesima in un criminale. Data anche la

grande diffusione di console, solo le playstation 4 sono 22,3 milioni (2015) e di videogiochi, è nata una

grande discussione sulla influenza prodotta da quelli violenti nei più giovani videogiocatori: negli ultimi anni

continua ad aumentare il numero degli omicidi compiuti dagli adolescenti, specie in America; sono molti gli

studi psico-sociologici su questo grave problema. I risultati sono allarmanti: come primo punto si è andato a

ricercare come vengono ideati e programmati, con quali scopi e con quale ritorno economico. I videogiochi

di guerra sono stati ideati dal Pentagono per addestrare i soldati statunitensi ad uccidere.

Sono molti e diversi i problemi creati dai videogiochi nelle giovani menti: la dipendenza e la assuefazione,

la solitudine, la confusione tra virtuale e reale…

L’università di Indianapolis ha pubblicato il seguente risultato: i videogiochi danneggiano il lobo frontale

inferiore (sede delle emozioni) e nello stesso momento aumentano l’aggressività dell’individuo provocando

problemi sociali e mentali all’adolescente.

Si potrebbe quindi alzare il prezzo dei videogiochi che è adesso come è adesso è alla portata di tutti o anche

fare delle campagne di sensibilizzazione ai più giovani e far loro capire che non bisogna per forza essere

degli “eroi di guerra virtuali” per non rischiare di diventare vittime reali .

*fonte AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italia)

1 Comment
  1. miristella 7 anni ago

    Scrivi un commentola conclusione del tuo articolo, in particolar modo, mi

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