Continuamente sentiamo dire che i videogiochi violenti aumentano l’aggressività dei ragazzi e che fanno male, ma è veramente così?
Ogni anno escono nuovi videogiochi violenti come Battlefield, GTA o Call of Duty che secondo la legge sono vietati ai minori di 18 anni, ma come spesso succede vengono venduti senza restrizioni di età. Molti persone criticano questo fatto e sostengono che questi giochi siano un esempio che i giovani tendono a seguire ma io non sono d’accordo. Soprattutto dagli Stati Uniti abbiamo avuto notizie di ragazzi che sono entrati in scuole ed università sparando e che hanno ucciso molte persone; questa è proprio la prova principale di chi sostiene che tali videogiochi siano nocivi, a mio modo di vedere però non possono essere visti come la causa di questi avvenimenti soprattutto in un Paese dove la maggior parte della popolazione ha può girare per strada armata con poche limitazioni. Nonostante sia vero che i videogiochi violenti possano influenzare i ragazzini non portano necessariamente ad un comportamento aggressivo o allo sviluppo di una mente criminale. Ritengo tuttavia che sia compito dei genitori limitare l’utilizzo di questi videogiochi per evitare che vengano usati quando si è troppo piccoli o che vengano usati troppo; in ogni caso però la legge dovrebbe tenere sotto controllo la vendita di tali videogiochi, magari abbassando l’età legale per acquistarli ma facendola rispettare imponendo delle ammende ai negozianti che non osservano la legge.

I negozianti possono avere colpa se ad acquistare il gioco