I videogiochi non sono la causa esclusiva dei comportamenti violenti e poco controllati di molti minori, ma certamente svolgono un ruolo importante nel condizionare la crescita emotiva di molti adolescenti. Ovviamente i giochi innocui, quelli “buonisti” non creano problemi, ma quelli aggressivi, basati sulla violenza pura, penso che non siano proprio adatti ai minorenni.
I genitori dovrebbero essere capaci di selezionare il giusto gioco per il proprio figlio fino a quando è piccolo. Il bambino, infatti, potrebbe essere attratto dal videogioco perché vede mostri, guerrieri e altri personaggi simili, ma magari non ne conosce il contenuto, è incosciente. I genitori, invece, da adulti responsabili, dovrebbero svolgere meglio il loro compito proteggendo i figli proponendo giochi adatti alla loro età; i videogiochi violenti potrebbero causare danni psicologici e, soprattutto, potrebbero cambiare l’atteggiamento del bambino nei confronti della realtà. Per un minore è difficile distinguere tra realtà e fantasia; si immedesima nel gioco e magari pensa che le stesse azioni si possano ripresentare nella vita vera. Penso, quindi, che molti giochi violenti come “Call of Duty” e tanti altri, debbano essere vietati ai minorenni, ma in ogni caso la figura del genitore è molto importante; dovrebbe sempre essere presente, vigile e dovrebbe educare il figlio a scegliere il videogioco con discernimento!

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