I videogiochi hanno una funzione educativa, o diseducativa a seconda dei casi, e possono influenzare i giovani. Questa la tipica frase che, ogni volta che esce fuori l’argomento, viene detta da tutti.
Ma è veramente così? Giochi come C.O.D., Warcraft o G.T.A., pieni di parolacce e uccisioni, sono tra quelli considerati più maggiormente dannosi per i giovani e quindi proibiti fino ai 18 anni. Ciò nonostante sono in molti ad averli prima di quest’età. Gli stessi che li vietano sono, ovviamente, quelli che poi li accusano quando avvengono fatti violenti sono perpetrati da giovani, anzi giovanissimi.
Secondo me questo è semplicemente inutile. Va bene, capisco il voler vietare tali giochi a bambini delle elementari, ma mi sembra piuttosto insensato volerlo fare anche con ragazzi delle superiori e, in alcuni casi, delle medie. Infatti è abbastanza utopistico vietare videogiochi a giovani delle medie perché contenenti parolacce, quasi come se davvero ci si aspettasse che a quell’età non le si conoscano.
Per quanto riguarda le azioni violenti e gli assassinii non riesco a capire il volerlo vietare a ragazzi delle superiori, anche se del primo. Infatti a quattordici anni ormai dovrebbe essere ovvia la differenza tra finzione e realtà e che quello che succede nei videogiochi non deve essere riprodotto nella vita reale. Inoltre a quest’età è bene anche iniziare a informarsi sugli avvenimenti del mondo, se già non lo si fa. In questo caso, con attentati, assassini e crimini di vario genere con cui veniamo “bombardati” tutti i giorni dai telegiornali non credo proprio che a diseducare i giovani siano dei videogiochi.
Infine vorrei far notare come in molte, se non in tutte, le console siano presenti potenziali messaggi diseducativi. Basti pensare a Mario Kart, che istiga a guidare anche in modo pericoloso per stare davanti a tutti gli altri, o ai Pokemon, in cui si riducano praticamente in schiavitù altri esseri viventi.
Sempre parlando di Pokemon vorrei far notare come qualche tempo fa un bambino, credendosi una di quelle creature fantastiche, si sia buttato dalla finestra sicuro di poter volare.
Da questo tragico evento penso si possa facilmente dedurre come non siano i videogiochi in generale ad essere diseducativi, quanto piuttosto alcuni giovani che non riescono a distinguere realtà e finzione, qualsiasi sia l’esempio a cui si “ispirano”.

Ciao vitto07 dalla redazione veni vidi vici!
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