Nella società attuale, con l’aumento delle tecnologie, si sono diffusi sempre di più i cosiddetti videogame che Roberto Baiocco, ricercatore del dipartimento di psicologia dell’università la Sapienza, definisce la “felicità di plastica” dei giovani. Ma si può davvero limitare la felicità ad un oggetto?. per molti ragazzi, e non solo, questo è possibile. Preferiscono trascorrere più tempo in compagnia di videogiochi che su un libro di testo a preparare un’interrogazione o in compagnia di amici e familiari. senza pensare che quella che loro considerano “felicità” li rende privi di vita sociale e schiavi della stessa. Nonché esposti a danni per la propria salute in quanto emanano onde dannose. Ovviamente sono molti i videogiochi vietati ai minori perché contengono immagini troppo forti o violente. Nonostante il divieto, però, questi vengono comunque utilizzati dai minorenni che li fanno propri imitandone anche scene di violenza. probabilmente ci dovrebbe essere più controllo da parte dei genitori, ma soprattutto più consapevolezza da parte dei ragazzi che la felicità non è racchiusa in un videogioco.

Oltre alla consapevolezza, da parte dei ragazzi, del fatto che la felicit