Gli occhi rossi, le mani atrofizzate, il cervello in fumo e l’apatia totale sono i sintomi di una nuova malattia: i videogiochi. La patologia, causata dalla dipendenza dai videogiochi, si sta diffondendo maggiormente tra i minorenni, i quali immedesimandosi nelle loro storie, anche nelle più cruente, dimenticano, spesso e volentieri, la vera realtà. Tutto ciò, però, è la conseguenza di un business sfrenato gestito da colossi industriali che approfittano dell’ingenuità infantile solamente a scopo di lucro per poi promuovere progetti sempre inerenti al campo dei videogiochi. I grandi “corrieri” di videogiochi sono consapevoli delle conseguenze che derivano dai loro prodotti e nonostante ciò continuano a produrli in quantità industriali. Per conseguenze si intendono deficit fisici e mentali che affliggono chi, come la maggior parte dei minorenni, trascorre innumerevoli ore a giocare alle console. Analizzando questi deficit dal punto di vista mentale, si nota una tangibile chiusura in se stessi e contemporaneamente uno straniamento dal mondo che li circonda portandoli a non distinguere le situazioni reali da quelle virtuali. Inoltre, si ha un appiattimento mentale, caratterizzato da un annientamento di valori, che influisce negativamente sull’educazione dell’individuo.Dal punto di vista fisico, si ha un peggioramento della vista, una minor capacità mobile articolare e in conseguenza alla loro sedentarietà si assiste anche a fenomeni di sovrappeso che naturalmente vanno a peggiorare la qualità della vita di questi giocatori. Nonostante l’Italia non si collochi tra i primi posti nell’industria videoludica (pur contando venti milioni di giocatori), essa continua a registrare notevoli progressi, guadagnando annualmente più di 700 milioni di euro. Alcuni dati affermano che circa l’88% dei ragazzi di età minore ai diciotto anni, passa ogni giorno almeno un’ora giocando a videogiochi che spesso sono vietati a persone della loro età poiché contengono immagini molto violente, tuttavia la commissione europea ha recentemente proposto di introdurre leggi per i rivenditori di videogiochi, al fine di evitare la vendita ai minori di prodotti dai contenuti violenti. Come dimostrato dai dati, questo fenomeno è in continua espansione ed è compito dei genitori tenere sotto controllo i propri figli per evitare che diventino dipendenti dai videogiochi.

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