divertimento?
Negli ultimi anni i ragazzi hanno trovato e, trovano tuttora, divertimento nei giochi virtuali, divertimento che ha contribuito all’affermazione di un mondo diverso dalla realtà, il mondo virtuale. Tutti coloro, specialmente i più giovani, che giocano alla playstation, al computer o ad altre console, escono temporaneamente dalla realtà e diventano protagonisti del gioco, immedesimandosi in uno dei personaggi all’interno di esso. Questa situazione permette ai ragazzi di divertirsi, ma molto spesso è causa di nervosismo e di rabbia, in particolare quando non si riesce a completare una fase del gioco. Con il tempo tutte le console sono diventate sempre più efficienti e contemporaneamente ad esse sono nati i più svariati tipi di giochi virtuali, molti dei quali si basano sulla violenza e sulla guerra. Questi ultimi sono tra i preferiti dai bambini e dai ragazzi, che si divertono a picchiare e uccidere virtualmente altre persone. È emerso, inoltre, che alcuni dei ragazzi che in passato si divertivano in questo modo, sono stati influenzati negativamente e hanno agito in modo simile al mondo virtuale, anche nella realtà. Si può aprire dunque un discorso legato alla pericolosità o meno di questi giochi. Secondo me questi sono giochi e rimangono giochi, anche se di guerra e di violenza; poi è vero che causano frequentemente nervosismo nei giovani, però ritengo che se si sono verificate situazioni estreme simili a specifici videogiochi anche nella realtà, queste non trovano fondamento in essi, ma credo che la persona o le persone che hanno agito così avessero dei problemi, legati forse anche alla loro sensibilità. Tuttavia vorrei aggiungere che gli adulti dovrebbero evitare che i bambini di 7, 8 o 9 anni giochino continuamente e assiduamente con questi videogames, perché ancora non hanno sviluppato il senso di responsabilità e possono essere influenzati in maniera negativa e permanente da essi.
Lambertucci Daniele

Mi piace molto questo articolo e questo testo esprime perfettamente l’argomento della domanda della settimana. Io la penso come te: un bambino cos
Ottimo articolo e punto di vista di tutto rispetto. La tematica