I videogiochi oggi sono il passatempo preferito di molti giovani. I miei genitori mi raccontavano che ai loro tempi si giocava per le strade, tutti insieme, ci si divertiva con poco, e si stava giornate intere in compagnia. Oggi la situazione è ben diversa, perchè se si sta in compagnia spesso si sta dietro lo schermo di un cellulare, o massaggiando o giocando. A casa poi molti ragazzi passano, a volte ore, dietro la televisione, ma non a guardare Historical Channel, bensì a giocare con queste console di ultima generazione. Abbiamo sentito tutti in questi giorni di alcuni ragazzi che uccisero i genitori, chi perché gli tolsero Facebook, chi perché voleva che la coppia si lasciasse, chi uccise esattamente come si fa nei videogiochi. Ebbene è giusto non far caso, a quei due numeri posti in basso a sinistra nella custodia di ogni gioco? È giusto insegnare:violenza, morte, distruzione, oscenità a dei semplici bambini? Io dico no, perché un bambino che cresce uccidendo virtualmente, è sollecitato alla violenza, e a parte diventarlo si brucia il cervello. Un primo passo sarebbe appunto, proibire la vendita dei giochi più violenti ai minori, ma come succede con le sigarette o con l’alcool, questi verrebbero usati ugualmente, o perché comprati dal fratello grande, o perché prestati da un amico. È comunque un primo passo, un altro potrebbe essere, installare un software in tutte le console che registra i dati del padrone, e a seconda dell’età non gli permette di utilizzare un certo gioco, però cominciando questo proibizionismo tutti i giochi violenti nelle case dei ragazzi dovrebbero essere rimborsati al prezzo d’acquisto, e qui entra il denaro, perchè le varie compagnie, soprattutto la stessa Activision, non rimborserebbe una lira a nessuno, sia perché è una delle maggiori produttrici, sia perché andrebbe in bancarotta.

1 Comment
  1. gruppo44f 7 anni ago

    Hai analizzato la situazione dal punto di vista consequenziale e credo che sia una buon metodo per procedere. Credo anche che, per

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