La storia si ripete sempre. Le migrazioni, causate da guerra, povertà o comunque da condizioni non più tollerabili, hanno sempre spinto parte della popolazione a cercare salvezza o futuro migliore altrove rischiando tutto, anche la vita. Nell’era moderna, col benessere raggiunto, noi europei probabilmente non pensavamo più che i grandi esodi potessero riverificarsi e questo fenomeno, ripreso da anni, ci ricorda i tempi passati quando probabilmente accadeva più o meno lo stesso a fronte di invasioni barbariche che non lasciavano alternative. Adesso ci troviamo nell’era moderna, ma per alcune nazioni non è così. Non si è ancora raggiunta una stabilità sociale e gli “spostamenti” sono ciò che accade nel tempo che ci vuole per raggiungere questa stabilità e la consapevolezza di vivere senza pregiudizi verso gli altri. Siamo davanti a lunghi periodi di migrazioni a causa dei cambiamenti di questi popoli. È normale che cerchino di venire in Europa: siamo molto vicini e c’è troppa disparità di condizione fra noi e loro. Aggiungiamo che è difficile resistere in un paese dove c’è una guerra interna, quindi il flusso sarà sempre più forte. Quello che possiamo fare per evitare il più possibile morte e disagi a chi scappa è unirsi nel cercare di aiutare, ma nel frattempo si deve cercare di facilitare il raggiungimento della pace e della stabilità economica in casa loro. L’ostacolo più grande da superare è la mentalità integralista che non concede aperture a chi è diverso da loro. Una volta superata, si deve agire sulla stabilità economica che spesso permette di creare una certa stabilità politica. Ci vorranno decenni e forse non si raggiungerà mai, fino ad allora probabilmente dovremo far fronte e cercare di gestire in modo unito la situazione.
