L’ondata migratroria che da anni ormai vede centinaia di migliaia di persone riversarsi dai Paesi dell’Africa e del Medio Oriente verso le coste e i confini di tutta Europa, non sembra volersi fermare; ma anzi sembra aumentare la sua portata, in numero di persone coinvolte, di giorno in giorno. Sembra scontato, ma non lo è affatto, dire che la prima cosa che il nostro senso umano ci chiede di fare è quello di essere solidali, di aiutare queste persone, di non essere impassibili di fronte all’ennesima tragedia. Ma, in concreto, qual è, o quale potrebbe essere, una soluzione DEFINITIVA a tale catastrofe? E no, cara Europa, non si risolve niente ergendo barriere e avendo paura, invece, di aprire le nostre porte. E’ interessante, invece, analizzare la proposta dell’Italia, partendo proprio dal concetto di fondo: aiutare queste persone nei loro stessi paesi. I profughi scappano da condizioni di estrema povertà, di violenza, di guerra, di orrore; condizioni evidentemente tali da non essere sostenibili se sono pronti ad abbandonare la loro casa, la loro famiglia, i loro averi, e di mettere in gioco la propria vita, pur di sperare in una vita migliore. Ma se togliessimo loro i motivi per cui scappare? Secondo me la strada giusta non è tanto donar loro aiuti economici, quanto cambiare totalmente il nostro assetto economico. Basta multinazionali che sfruttano la forza lavoro di questi paesi a costi quasi nulli. Basta sfruttare le loro risorse naturali. Basta considerarli l’utlima ruota del “carro del mondo”. Bisogna ricostruire un intero assetto politico, economico e culturale globale, così che essi non siano più “i migranti che vengono dal terzo mondo”.

Molto bello questo tuo articolo, scritto bene in modo scorrevole e chiaro. Soprattutto molto profonde e pienamente condivise le considerazioni da te fatte. Queste persone arrivano, per lo pi