Impariamo fin da bambini che la “pace” si conquista con una stretta di mano. Una stretta di mano capace di aggiustare dei piccoli bisticci tra compagni, dei piccoli bisticci per chi deve contare a nascondino o per chi deve iniziare a tirare con la palla. Ma presto si cresce e si acquista la consapevolezza che quei piccoli bisticci erano delle sciocchezze. Sciocchezze in confronto a quello che si vede con gli occhi oggi.
Violenza, guerra, razzismo, indifferenza sono all’ordine del giorno. E la parola pace, la parola unione, stare insieme sembrano essere dimenticati e lasciati chissà dove. Sembrano quei piccoli fari che emanano la loro luce, ma da nessuno vengono considerati. Troppo potere e sempre meno piccoli gesti. E allora come si imbocca la strada per abitare con la pace, allontanare la guerra ed essere un mondo migliore? Non si trova dall’oggi al domani. Questa strada la si vede in un viso di un bambino piccolo, nell’aiutare l’altro, nei piccoli gesti che si riveleranno grandi più di chiunque altro, nel gettare le armi e aprire le braccia verso chi non ha più niente.
Se rendessimo tutto questo possibile, uno spiraglio di luce, un po’ di fiducia si accenderebbe. E al posto di osservare armi puntate in viso, sentire urla, potremmo avere il piacere di osservare un viso felice, un paio di occhi sorridenti e brillanti. Perché alla fine le cose più belle sono proprio queste: i piccoli grandi gesti. Tutto può cambiare!

0 Commenti

Lascia un commento

CONTATTACI

Hai una domanda? inviaci una e-mail e ti risponderemo al più presto.

    Il Quotidiano in Classe è un'idea di Osservatorio Permanente Giovani-Editori © 2012-2023 osservatorionline.it

    Effettua il login

    o    

    Hai dimenticato i tuoi dati?

    Crea Account