Da pochi giorni a Milano è stato inaugurato l’Expo 2015, l’esposizione universale organizzata dal nostro paese riguardante il tema dell’alimentazione. Indubbiamente, si tratta di un’importante vetrina internazionale per l’Italia, grazie alla quale avrà la possibilità di dimostrare i propri valori e le proprie eccellenze, mettendosi alle spalle la gravissima crisi economica che ha paralizzato l’economia, e non solo, negli ultimi anni: una crisi di identità, una crisi dei valori umani ed intellettuali, che ha influenzato non poco il nostro modo di pensare.
Nel nostro mondo attuale, infatti, pensare bene e pensare positivo ci risulta sempre più difficile: l’ansia e l’angoscia sono diventate oramai per molti due realtà da dover affrontare quotidianamente, conseguenze principali di una crisi economica e morale. L’unico rifugio può essere rappresentato dal pensiero della speranza, delle generazioni future, dell’innovazione tecnologica; e magari, chissà, un domani si potranno risolvere gran parte dei problemi attualmente insanabili e difficili da arginare e combattere, quali l’inquinamento globale, la povertà e la fame nel mondo. Probabilmente potrei continuare a lungo questa lista. Ecco, l’esposizione universale servirà anche a questo: fare il punto della situazione, discutere dei problemi di carattere ambientale, ma soprattutto di ciò che riguarda l’alimentazione, anch’esso un problema critico negli ultimi anni. In questo scenario, pare difficile riuscire a pensare positivo, ma dal mio punto di vista ci può essere ancora spazio per l’ottimismo, soprattutto in questo che potrà essere l’anno della svolta e della rinascita italiana.
Magari, in molti mi diranno che è perchè sono ancora un giovane ragazzo in cerca di gloria, privo delle pressioni e dei problemi quotidiani che possono opprimere un comune adulto. Sarà, ma dentro di me nutro ancora spazio per l’ottimismo nella nostra generazione, che avrà la possibilità (e probabilmente dovrà) segnare la svolta per continuare a poter vivere degnamente in questo mondo.
Bisognerà compiere scelte coraggiose, scelte rivoluzionare, bisognerà scardinare quei meccanismi che da anni finiscono per aumentare la forbice tra paesi industrializzati e non, anziché garantire l’esatto contrario. Da tempo si parla di cambiamenti imminenti per migliorare le cose, ma ancora non s’è fatto nulla di concreto. Rimbocchiamoci le maniche. Iniziamo a lavorare parallelamente su tutti i fronti. Non sarà facile: bisognerà compiere un passo alla volta, col giusto coraggio per prendere le giuste decisioni. Tutto questo per poter dare a tutti le stesse possibilità, le stesse gioie, gli stessi diritti e soprattutto garantire un motivo in più a ciascuno di noi per poter pensare positivo.

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