2015, guerre infinite per motivi futili, gente che emigra, o meglio, scappa dal proprio paese perchè la situazione è ormai diventata ingestibile, che si sposta in altri stati con la speranza di trovare aiuto, mentre spesso trova solo ostilità e “porte sbattute in faccia” da persone egoiste che non riescono minimamente ad immedesimarsi in certe situazioni. Persone che continuano a morire di fame e giorno dopo giorno rimangono senza un briciolo di speranza.
In questo periodo aprendo il giornale, guardando la televisione o anche più semplicemente passando il tempo sui social network, non è difficile vedere immagini di gente terrorizzata intenta a scappare e migliaia di gente che invece a scappare non ci è riuscita.
Ancora meno difficile però è vedere politici che insultano queste vittime, che preferiscono farle morire affogate piuttosto che provare a dargli una mano perchè non li vogliono nel paese in cui vivono.
Oltre questo gravissimo problema delle guerre e del terrorismo se ne affianca poi un altro che poi tanto meno importante non è, quello della crisi economica che si traduce in disoccupazione e quindi in famiglie disperate che detto in parole povere ” non sanno più dove sbattere la testa”.
Una domanda a questo punto sorge più che spontanea, si ha ancora la capacità di pensare positivo?
Io credo che la stragrande maggioranza della popolazione mondiale ormai non ce la faccia più ma che effettivamente, disperandosi non si risolve nulla.
Penso che tutti conoscano la famosissima canzone del noto cantante Lorenzo Jovanotti che parla proprio della positività.
E’ stata scritta ormai qualche anno fa ma come tutte le buone canzoni, è valida oggi quanto lo era ieri.
Egli ci dice: “penso positivo perchè son vivo, perchè son vivo”
e ancora ” penso positivo ma non vuol dire che non ci vedo”.
Quindi non c’è bisogno di vivere in un sogno o di coprirsi gli occhi per avere un minimo di positività. Basta guardarci in torno con occhio oggettivo, senza quella brutta lente scura fatta da sconforto e negatività e cercare di trovare tutte le cose belle che ci circondano, pensare che ad ogni problema c’è una soluzione e poi impegnarsi per cercarla.
Non penso affatto che tutto ciò sia facile, anzi, ma penso anche che se si continua a pensare che giorno dopo giorno il mondo “sta andando a rotoli” e che ormai non c’è più nulla da fare, allora sì che si diventa oggetti passivi colpiti dal mondo senza forza di reagire.
Dovremmo invece essere sempre impegnati in una sorta di ricerca della felicità, e non solo individuale, ma anche collettiva anche perchè spesso è proprio la gioia degli altri che ci fa spuntare un sorriso e ci rende veramente felici.
Non ci abbattiamo ne’ davanti alle piccole difficoltà, ne’ davanti alle tragedie perchè se cerchiamo di fare del nostro meglio allora possiamo anche provare a sistemare le cose.
