Bilù e Joao sono due ragazzini poveri, come racconta Kátia Lundparla in uno dei cortometraggi di The all invisible children. Bilù e Joao devono raccogliere l’immondizia da terra e fare una lunga strada per raggiungere la discarica dove a peso gli danno i soldi per il materiale che sono riusciti a raccogliere nel corso della giornata.
Questi due ragazzi rappresentano una realtà che esiste, che è viva intorno a noi. Non è necessario andare in Africa, nel sud America o in qualche paese Asiatico per vedere la povertà, basta guardare negli angoli delle strade e sui marciapiedi qui in Italia e in Europa. Bilù e Joao avrebbero potuto cambiare qualcosa con un dollaro? I senza tetto nelle nostre città, potrebbero togliersi dalla strada grazie ad una semplice monetina?
Forse sì. Tra questi, infatti, potrebbero nascondersi degli ottimi imprenditori capaci di trasformare un dollaro, in due, in tre, in quattro, fino a creare un loro chioschetto e poi una loro azienda. Nonostante questo, i geni sono pochi tra i poveri, così come tra i ricchi e la probabilità che la mia elemosina diventi uno strumento di sviluppo è molto bassa.
Sarebbe quindi meglio dare quel dollaro ad uno straricco, che ha più probabilità di riuscire ad investirlo? Non ne sarei così sicura. In primo luogo dipende da come la ricchezza si è ottenuta, se per ereditarietà o per capacità imprenditoriale. In quest’ultimo caso è più probabile che la gestione del denaro sia migliore. In secondo luogo dipende dal carattere del singolo individuo. L’avarizia e l’egoismo non aiutano nessuno.
In terzo luogo dipende da dove quel dollaro viene investito. Nel caso di una multinazionale, che non paga le tasse nel paese e sfrutta i bambini, le donne e gli uomini di altri paesi, probabilmente quel dollaro muterebbe in un’arma tagliente e quasi indistruttibile contro gli stessi poveri. Nel caso contrario se ricco è generoso ed investe in un’agenzia che aiuta a creare delle infrastrutture come case e scuole, a trovare delle cure per malattie gravi, ma debellabili e a sfamare chi muore di fame, probabilmente il mio dollaro troverebbe un riscontro positivo.
Si potrebbe quindi dire che per far fruttare un piccolo soldo, sarebbe utile darlo ad un povero genio o ad un ricco generoso.

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