Se la premessa è che 62 persone nel mondo posseggono ricchezze pari alla metà del mondo più povero, la risposta spontanea alla domanda: “Se aveste un dollaro lo donereste a chi è in difficoltà o a chi è più fortunato?” è scontata: al più povero.
Perché dare qualcosa a chi possiede già tanto? In realtà, a un più approfondito esame, la questione non appare così banale e deve essere risolta solo dopo aver riflettuto sulle conseguenze delle due diverse donazioni.
Se donassi un dollaro a chi non possiede nulla potrei forse sfamarlo per un giorno o poco più, ma il mio gesto non porterebbe nessun altro vantaggio.
Se invece lo dessi a un uomo ricco e potente saprebbe come investirlo, avrebbe gli strumenti per farlo sfruttare: oggi un dollaro, domani 10, poi 1000. Allora sì che potrebbe sfamare mille persone.
Se nel mondo tutto seguisse una logica, quest’ultima sarebbe la più giusta donazione. Ma chi è ricco ha spesso fatto la sua fortuna sulle spalle dei più poveri, sfruttando la loro condizione, spesso schiavizzandoli. Ha usato il potere che deriva dalla ricchezza per i propri interessi e non certo per altruismo. Se fosse stato diversamente il rapporto ora non sarebbe di 62 persone ricche contro 3miliardi e mezzo di poveri.
Quindi, alla domanda iniziale, rispondo ancora: donerei un dollaro a chi è in difficoltà, perché sicuramente non sarà in grado di farlo fruttare, ma almeno potrà sfamarsi.
E se il buon esempio fosse contagioso, il mondo allora potrebbe cambiare. Se…

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