La disuguaglianza sul piano della ricchezza tra le persone del mondo è assolutamente smodata, questo è risaputo. Assunto che una soluzione a tale problema economico sia pressoché utopica, la mia risposta alla domanda posta dal signor Tremolada, giornalista del Sole 24ore, è secca: darei il dollaro al povero. La mia motivazione non è un banale: “Naturalmente do i soldi al povero, il ricco ne ha già fin troppi!”, perché è palese che un solo dollaro non può minimamente rimediare alla drastica situazione economica di chi è senza una casa, o privo di qualcosa da mettere sotto i denti. D’altro canto, aggiungere un dollaro allo smisurato patrimonio di un miliardario è come gettare una goccia d’acqua in un oceano: te ne accorgeresti solo tu. Probabilmente quel singolo dollaro non andrebbe investito in qualche azione di beneficenza, ma si unirebbe in modo amorfo agli altri suoi simili, in un giro di soldi atto unicamente al lucro. Con ciò non voglio negare che ci siano magnati disposti a sacrificare una considerevole parte del proprio patrimonio in favore di molti poveri – vedi l’appello lanciato da Bill Gates e Warren Buffet¹ ai miliardari di tutto il mondo di raggiungere la stratosferica somma di 600 miliardi di dollari da devolvere in beneficenza, rinunciando ognuno a metà del proprio portafogli² , ma intendo sottolineare il fatto che quei soldi non sono stati ricevuti da ulteriori donazioni di un dollaro l’una…no. Se si ha intenzione di donare dei soldi, in ogni caso è meglio che siano devoluti ai poveri. Tornando al singolo dollaro, come già detto, esso non può rimediare da solo ed in modo diretto alla condizione economica di un povero, intendo sottolinearlo: tale donazione non apporta una variazione considerevole agli averi di costui, che non riuscirebbe in ogni caso a comprarsi un pezzo di pane ogni giorno. Questo da un punto di vista strettamente economico: quel dollaro, quel singolo dollaro, assume un significato non più monetario, bensì umano. Un dollaro donato da uno sconosciuto ad un nullatenente può assumere per quest’ultimo un valore infinitamente superiore ai soli cento penny che chiunque altro vedrebbe in esso: equivarrebbe ad una donazione di speranza. La consapevolezza che, nonostante il mondo gli abbia negato la possibilità di una vita agiata e priva di difficoltà, qualcuno pensa a lui e gli fornisce un sostegno (anche se per lo più morale), dà all’uomo una forza ed una volontà che se fosse stato altrimenti, il peso di tutto ciò di negativo presente nella sua vita avrebbe probabilmente impedito di avere. La speranza in un domani migliore è la più forte motivazione che un individuo in condizioni critiche possa avere, ed è per alimentare tale speranza che io dono un dollaro ad una persona povera. Questo è il mio proposito.
¹Warren Buffet (Omaha, 30 agosto 1930) è un imprenditore ed economista statunitense.
²quifinanza.it .
complimenti, hai scritto un bell’articolo.
Ciao, dalla redazione i Carbo..Idrati!
Devo davvero farti i complimenti per il tuo articolo. Molto ben elaborato e dalla lettura semplice e scorrevole.
Inoltre mi