Viviamo in un mondo dove ognuno mette sempre al primo posto se stesso e, forse dopo, pensa al bene di chi gli sta intorno, e le conseguenze di questi comportamenti si vedono enormemente in tutte le disuguaglianze che lo caratterizzano.
Ciò che avviene anche per quelle pochissime persone che in qualche modo “governano” tutto il mondo, il cui numero è stato stabilito da recenti rapporti dell’Oxfam a 62 individui. 62 persone, che possono sembrare pochissime ma che probabilmente pensano solo ad arricchirsi sempre di più, che possiedono metà delle ricchezze di tutto il mondo e ad ogni minuto i loro averi aumentano.
Forse non si può fare poi tanto per fermare questo arricchimento. E non servirebbe a nulla nemmeno dir loro di investire il proprio denaro per aiutare chi è in difficoltà, tantomeno dandogli ulteriori possibilità di investimenti da compiere per rendere migliore la vita di qualcuno. In fin dei conti, se con tutto quello che già possiedono non hanno mai pensato a come usarlo al di fuori dei propri interessi, sembra inevitabile che possano iniziare a farlo ora.
Probabilmente nemmeno dare denaro a chi non ne ha sarebbe una buona idea, perché o non saprebbero come spenderlo o rischierebbero di sprecarlo per cose che comunque non potrebbero migliorare la loro situazione.
Ad ogni modo, se mi chiedessero a chi vorrei donare un semplice dollaro, che in fin dei conti è addirittura meno di un euro e con cui si potrebbe fare quasi nulla, lo darei ad un povero. Perché nel bene o nel male contribuirebbe certamente a migliorare, seppur di poco, la loro condizione; mentre per qualcuno che già possiede grandi ricchezze sarebbe solo un foglio di carta verde in più da aggiungere a tutti gli altri.
