Fiumi che sondano, montagne che franano, terremoti che riducono in polvere abitazioni. Catastrofi naturali del genere avvengono ogni giorno e, negli ultimi anni, sono state in crescita. C’è chi dà la colpa al riscaldamento globale, chi dà la colpa a un cambiamento climatico slegato alla presenza dell’uomo e chi crede si tratti di casualità. Non conosco la verità, ma so che è possibile prevenire e controllare la natura. Non è ammissibile che ogni volta che le perturbazioni attraversano i cieli italiani portino a intere città e paesi devastati dalla pioggia. Non è tollerabile che ci si ricordi di zone segnalate ad elevato rischio idro-geologico solo dopo la morte di persone. La colpa di tutto ciò viene data solitamente ai politici, rei di avere chiuso gli occhi davanti a un flagello che colpisce l’Italia da anni. Ma perchè avrebbero fatto queste scelte? “Le soluzioni esistono: basta applicare” è quello che si sente ogni giorno in televisione e si legge sui giornali. Il problema è che la messa in sicurezza delle migliaia di comuni a rischio costa, e non poco. Tutti sono a favore di spendere soldi per la salvaguardia dell’ambiente ma nessuno è disposto a rimetterci. I fondi a disposizione della nostra nazione sono pochi, frutto di tagli e tassazioni in qualunque settore possibile. Tagliare in maniera ancora più decisiva per investire nelle vite dei cittadini non porta sicuramente voti. Non dovremmo farci quindi qualche domanda? Non è troppo facile lamentarsi per le vite perse e allo stesso tempo lamentarsi se le tasse aumentano? Non sarà che la colpa delle scelte politiche è anche la colpa di chi ha votato i partiti, al potere e non, cioè colpa di tutti?

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