Con un po’ di autovalutazione potremmo riuscire a capire che la domanda più importante, più vera, più impellente, non è tanto “come fare a salvare la Terra?”; in fondo lo sappiamo, bastano pochi gesti quotidiani, anche molto semplici e alla portata di tutti. In realtà la domanda a cui è più difficile rispondere e di cui si parla meno è questa: “perché non riusciamo a salvare la Terra?”. Il “come fare” lo sappiamo, fin da bambini ci hanno detto e ridetto l’importanza di determinate azioni e le conseguenze di ciò che facciamo sull’ambiente: a casa, a scuola, per strada, ovunque; ma abbiamo un grosso problema, non riusciamo a mettere in pratica ciò che sappiamo. Forse più del “non riuscire” sarebbe meglio parlare del fatto che “non ci impegniamo”. Tutto ci costa troppa fatica, siamo dei pigri e fannulloni, camminare è molto più scomodo che prendere la macchina o il motorino. Sì, è vero, è molto più scomodo, ma chi ha mai detto che tutto deve essere facile? Dietro al nostro rifiuto di qualche sacrificio si trovano tutti i nostri interessi, il nostro egocentrismo, il nostro menefreghismo, l’avidità, il desiderio sfrenato di ricchezza e potere, … e chi più ne ha….
Siamo così accecati da noi stessi che pensiamo solo al nostro bene, ma oltre a noi c’è qualcosa o qualcuno di più, ci sono gli “altri”. Gli “altri” che verranno, o che sono già qui e che, al contrario di noi, si impegnano e si sforzano di rispettare maggiormente ciò che li circonda. Pensiamo a quello che abbiamo intorno come a qualcosa di nostro, ma nessuno ce l’ha regalato, nessuno di noi ha un pezzo di carta con su scritto “la Terra è mia, e posso farci ciò che mi aggrada”, la terra non è di nessuno di noi, ma è di tutti. Perciò dobbiamo aver cura e rispetto delle cose che condividiamo. Dobbiamo pensare al futuro e non solo al presente, che siamo noi. Non riusciamo che a fare i nostri interessi, per il nostro potere e il nostro denaro. Sforziamoci di eseguire con maggior rispetto ambientale lo smaltimento dei rifiuti, che sempre più spesso è affidato ad associazioni che al futuro e agli “altri” non ci pensano proprio. Smettiamola di dire la “mia” classe, il “mio” pavimento, i “miei” affari, non ha senso, perché tutto questo, continuerà ad esistere dopo che saremo diventati polvere. Finché non avremo rispetto di ciò che condividiamo non impareremo a prenderci cura di noi stessi e di tutta la comunità, e pagheremo per i nostri errori e per il nostro menefreghismo; e non ci rimetteremo soltanto noi, ma tutti. Per un secondo cerchiamo a non pensare più solo a noi stessi, e proviamo ad immaginarci come a una minuscola goccia in un grande oceano.

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